La fase iniziale dell’Antica Roma
Definizione di Cenate
- Cenate - Cenate nel seguente contesto: consiglio arcaico, leggendario, semi-mitico (proto-Senato).
- Senato - Senato nel seguente contesto: organo successivamente istituzionalizzato, attestato storicamente.
Romolo e Roma
Nonostante un personaggio come Romolo, menzionato in alcune fonti, sia considerato leggendario, le leggende hanno comunque un posto nella nostra vita...«Romolo e Remo, figli di Rea Silvia e Marte, furono abbandonati presso il fiume Tevere, salvati da una lupa e allevati da un pastore. Una volta cresciuti, decisero di fondare una città. Romolo, dopo una disputa con Remo sul luogo e sugli auspici, uccise il fratello e diede alla città il proprio nome, Roma.»
Livio – *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitolo 6 (ca. 27–9 a.C.)
«Romolo e Remo, figli di Rea Silvia, furono abbandonati presso il Tevere, allattati da una lupa e allevati da Faustolo il pastore. Da adulti decisero di fondare una città. Romolo, avendo scelto il Colle Palatino, uccise Remo dopo che questi aveva scavalcato le mura e divenne sovrano unico, dando alla città il nome di Roma.»
Dionigi di Alicarnasso – *Antichità Romane*, Libro I, 7–8 (ca. 30–7 a.C.)
«Romolo e Remo, figli di Marte, furono lasciati morire presso il fiume, salvati da una lupa e poi allevati da Faustolo. Quando crebbero, decisero di fondare una città. Nacquero dispute sul colle da occupare; Remo schernì le mura di Romolo e fu ucciso. Romolo divenne così il primo re di Roma.»
Plutarco – *Vita di Romolo*, Capitoli 2–3 (46–120 d.C.)
Le fonti che stiamo esaminando sono considerate non del tutto affidabili per una semplice ragione: tutte furono scritte molto tempo dopo gli eventi che descrivono. E anche se mettiamo da parte l’approccio stilistico tipico di quei tempi, l’epoca della fondazione della città, così come le circostanze descritte sopra, possono essere accettate solo con riserve, se tali testimonianze non coincidono con i dati archeologici — e, fortunatamente per noi, coincidono! Eliminando l’opulenza e le decorazioni dei testi, otteniamo dati che possono essere sottoposti ad analisi e confronto dei fatti.
Dunque, raccogliamo i fatti sulla fondazione della città di Roma
- Roma: fondazione — fatti, citazioni antiche e archeologia
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Data tradizionale di fondazione: 753 a.C.
- Testimonianza antica (il fatto come lo registrarono):
- Archeologia:
Livio fornisce il racconto tradizionale della fondazione e utilizza la cronologia convenzionale della fondazione (la tradizione del calendario romano colloca la fondazione di Romolo nel 753 a.C.).
L’intera durata del governo regale, a partire dalla fondazione della città…
(Livio, Ab Urbe Condita, Libro I)
Le evidenze materiali mostrano attività di urbanizzazione sul Palatino e nell’area del Foro nell’VIII secolo a.C., coerenti con una fondazione proto-urbana a metà del I millennio a.C. Ceramiche, resti di capanne e depositi rituali datano al IX–VIII secolo a.C., sostenendo l’emergere di un insediamento nucleato in quel periodo (sintesi archeologiche e scavi sul Palatino).
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Localizzazione: il Colle Palatino (e le pianure adiacenti, il Foro) come nucleo originario
- Testimonianza antica:
- Archeologia:
La tradizione romana attribuisce il nucleo fondativo al Palatino. (Vedi gli episodi della fondazione di Romolo in Livio e Dionigi.)
Gli scavi sul Palatino rivelano capanne dell’età del ferro, buche di palo e una linea muraria precoce (talvolta chiamata da alcuni studiosi 'recinto palatino' o 'murus Romuli') datata all’VIII secolo a.C. Le prime sepolture nella futura valle del Foro cessano nel tardo IX secolo a.C. e l’area viene convertita a uso pubblico (o rituale) nell’VIII secolo a.C. Questi dati collocano le prime attività insediative e rituali (urbane) sul Palatino e nelle valli adiacenti nell’VIII secolo.
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La leggenda dei 'gemelli' (così come della 'lupa') della fondazione (Romolo e Remo)
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Citazioni antiche: (formulazione classica della leggenda)
- Livio: sintesi della leggenda dei gemelli fondatori (Romolo e Remo esposti, allattati e il conflitto fraterno che termina con la morte di Remo)
- Dionigi di Alicarnasso e Plutarco riprendono gli stessi motivi chiave (Rea Silvia, Marte, la lupa, Faustolo il pastore, la disputa sulle mura)
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Citazioni antiche: (formulazione classica della leggenda)
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Prima fortificazione | Muro del Palatino (talvolta collegato a “Romolo”)
- Testimonianza antica:
- Archeologia:
- Gli autori antichi descrivono Romolo mentre stabilisce i confini iniziali e le mura della città. (Livio, Dionigi).
«Romolo tracciò i confini della città e, dopo aver costruito le mura, fortificò il Colle Palatino, collocando posti di guardia lungo il perimetro e organizzando il popolo per la sua difesa.»
Livio — *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitoli 4–6 (ca. 27–9 a.C.)
«Romolo, dopo aver fondato la città, la circondò di mura e assegnò ai cittadini la difesa di ciascuna parte, disponendo posti di guardia e fortificando gli accessi al Palatino. In tal modo, la città fu resa sicura e i cittadini furono disciplinati tanto in guerra quanto in pace.»
Dionigi di Alicarnasso — *Antichità Romane*, Libro I, Sezioni 10–14 (ca. 30–7 a.C.)
«Così Romolo, circondando la città con un muro e assegnando a ciascun uomo il proprio posto nella difesa, pose le fondamenta di Roma e del Senato.»
Livio, Libro I, cap. 6
«Egli costruì terrapieni intorno al sito prescelto, fissò i confini e assegnò appezzamenti a ciascun colono, affinché la difesa e le abitazioni fossero organizzate in modo sistematico.»
Dionigi, I.11–12
- Gli scavi hanno identificato tracce interpretate come un antico recinto o mura difensive sul Palatino, datate all’VIII secolo a.C. Il lavoro di Andrea Carandini propone un’aratura cerimoniale dei confini e un primo recinto palatino — egli data una fase costruttiva significativa alla metà dell’VIII secolo a.C. Altri studiosi accettano un recinto dell’VIII–VII secolo a.C., ma ne dibattono l’interpretazione (fortificazione contro confine rituale).
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Prima architettura domestica: capanne (Casa di Romolo)
- Testimonianza antica:
- Archeologia:
- I Romani conservarono l’idea della semplice capanna di Romolo (Casa di Romolo) sul Palatino e in seguito mantennero una capanna simbolica curata dai pontefici.
«Il sito della capanna di Romolo fu conservato, e la sua semplicità mantenuta dalla tradizione; in seguito, i pontefici la custodirono come luogo sacro, memoria delle umili origini della città.»
«Questa capanna, che Romolo costruì con le proprie mani sul Palatino, fu conservata dai Romani anche dopo la costruzione di case e edifici pubblici più grandi, come simbolo dell’origine della città.»
Livio — *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitolo 6 (ca. 27–9 a.C.)
«La casa di Romolo sul Palatino era piccola e semplice, costruita con mattoni crudi e tetto di paglia. In epoche successive, i Romani la conservarono con cura e i pontefici la mantennero, mantenendo viva la memoria del fondatore della città.»
Dionigi di Alicarnasso — *Antichità Romane*, Libro I, Sezione 14 (ca. 30–7 a.C.)
«Romolo costruì una capanna con materiali umili sul Colle Palatino, e anche dopo l’espansione della città, la capanna fu conservata come reliquia sacra. Essa era curata dai sacerdoti, che la mostravano a coloro che desideravano vedere la dimora del fondatore.»
Plutarco — *Vita di Romolo*, Capitolo 9 (46–120 d.C.)
- Resti di capanne dell’età del ferro (buche di palo, piante di capanne, focolari) sono stati trovati sul Palatino e in contesti della cultura laziale. Questi corrispondono alla forma generale delle prime capanne italiche raffigurate nelle urne funerarie (stanza unica, tetto di paglia o intrecciato). Gli archeologi sottolineano che non possiamo collegare una specifica capanna a un individuo nominato, ma la cultura materiale corrisponde all’immagine tradizionale delle prime abitazioni. -
Primi siti rituali nel Foro o Comitium... (Vulcanal, Lapis Niger, Regia)
- Testimonianza antica:
- Archeologia:
- I Romani attribuivano i più antichi santuari (Vulcanal, Comitium, Regia) ai primi re della città — ad esempio, si diceva che Romolo o i re arcaici avessero istituito luoghi di culto nell’area del Foro.
Fatti principali tratti dalle citazioni Santuario Funzione Attribuzione Fonte Vulcanal Altare/santuario dedicato a Vulcano; luogo per sacrifici pubblici Romolo Livio I.6; Dionigi I.12; Plutarco cap. 9 Comitium Luogo di assemblea dei cittadini; deliberazioni ed elezioni Romolo / primi re Livio I.7; Dionigi I.13; Plutarco cap. 9 Regia Casa del re; sede del Pontefice Massimo; amministrazione religiosa Romolo / Numa Livio I.7; Dionigi I.14; Plutarco cap. 9 «Romolo, fissati i confini della città, riservò un luogo sacro sul pendio del Campidoglio, il Vulcanal, per il culto di Vulcano, e decretò che l’assemblea si riunisse lì in tempi di emergenza.»
«Il Comitium, luogo di riunione per il popolo, fu istituito vicino al Foro, affinché i cittadini potessero radunarsi per le elezioni e le deliberazioni, e assistere allo svolgimento dei riti sacri.»
«Romolo o Numa assegnarono una casa al pontefice massimo, chiamata la Regia, da cui veniva amministrata la religione della città.»
Livio — *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitoli 6–7 (ca. 27–9 a.C.)
«Romolo consacrò un santuario a Vulcano sul pendio del colle, chiamandolo Vulcanal, e decretò che lì si compissero sacrifici pubblici in tempo di guerra o pestilenza.»
«Vicino al Foro fu riservato uno spazio per l’assemblea dei cittadini, il Comitium, dove gli anziani si riunivano e si trattavano questioni legali e religiose.»
«La Regia, casa del re, divenne la sede del pontefice massimo. Qui si conservavano le leggi dei sacrifici e dei riti sacri, e i primi re amministravano gli affari religiosi della città.»
Dionigi di Alicarnasso — *Antichità Romane*, Libro I, Sezioni 12–14 (ca. 30–7 a.C.)
«Romolo riservò il Vulcanal, un luogo sacro per il culto di Vulcano; fondò anche il Comitium, dove il popolo poteva riunirsi, e la Regia, dove i sacerdoti compivano i riti sacri e conservavano la memoria dei doveri religiosi della città.»
Plutarco — *Vita di Romolo*, Capitolo 9 (46–120 d.C.)
- Gli scavi nel Foro Romano hanno rivelato depositi rituali, un’area sacra arcaica (Vulcanal) e il Lapis Niger (un santuario in pietra nera) con una delle più antiche iscrizioni in latino arcaico, datata ca. 570–550 a.C.
- Il Foro era un cimitero dell’età del ferro prima di diventare un centro pubblico e rituale nell’VIII secolo a.C., coerente con la memoria letteraria dei luoghi di culto antichi.
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Istituzione politica: il Senato (attribuito a Romolo secondo la tradizione)
- Testimonianza antica:
- Archeologia:
«Romolo... istituì il Senato composto da cento uomini, chiamati patres, dai quali deriva il nome dell’ordine patrizio.»
Livio, *Ab Urbe Condita*, Libro I
- Non esiste alcuna 'prova epigrafica decisiva' che menzioni Romolo, ma l’archeologia mostra un primo insediamento nucleato e una stratificazione sociale già tra l’VIII e il VII secolo a.C.
- I dati materiali (abitazioni più grandi, depositi speciali, tombe d’élite nei pressi del Palatino/Foro) indicano l’esistenza di un’élite emergente che avrebbe potuto formare un consiglio di anziani — coerente con il ruolo storico originario del Senato (tramandato dalle fonti testuali), sebbene i dettagli istituzionali siano ricostruzioni letterarie.
- La Legge delle Dodici Tavole rappresenta la più antica legislazione scritta del diritto romano, datata al 451–450 a.C., e costituisce un testo giuridico fondamentale per la Roma arcaica. Essa può essere considerata in continuità con tradizioni già consolidate nell’Antica Roma, suggerendo ragionevolmente che il Cenate, come fenomeno sociale, fosse stato fondato molto prima della testimonianza citata.
I testimoni letterari antichi (Livio, Dionigi, Plutarco, Ovidio, ecc.) scrissero secoli dopo gli eventi; l’archeologia, invece, fornisce date fisiche dirette. Di seguito presenterò alcune citazioni dei testi antichi (con le loro localizzazioni traduttive) e sintesi archeologiche moderne (rapporti di scavo accanto a ciascun fatto).
Ciò che i Romani pensavano dei Greci e dell’‘Oriente’ greco è una questione complessa. Essi nutrivano un grande rispetto per alcune culture antiche, in particolare (ma non esclusivamente) per la Grecia. Basarono quasi tutta la loro letteratura su modelli greci, e alcuni Romani dell’élite divennero ferventi seguaci della filosofia greca.
UnRoman Romans, Autore: Siobhán McElduff
Purtroppo non possediamo un ampio elenco di testimonianze archeologiche dirette relative al periodo romano arcaico. L’indiscutibile influenza della Grecia antica sulla struttura politica, sul disegno istituzionale e sulla cultura di Roma può essere dedotta solo da pochi documenti esistenti, per lo più databili al periodo repubblicano.
Cicerone ci ha lasciato la sua opinione su come la Grecia abbia influenzato la tradizione romana...
- Sui Romani che prendono a prestito dai Greci
Latino:
“Omnes artes quae ad humanitatem pertinent habent quoddam commune vinculum et quasi cognatione quadam inter se continentur.”
Italiano:
Tutte le discipline che riguardano l’umanità sono legate da un vincolo comune, come da una sorta di parentela naturale.
Tusculanae Disputationes, II.5
Cicerone afferma apertamente che la cultura di Roma è costruita su fondamenta greche.
- Sulla filosofia proveniente dalla Grecia
Latino:
“Philosophia inventrix legum, dux virtutis, expultrix vitiorum; sed omnium inventrix Graecia.”
Italiano:
“La filosofia è l’inventrice delle leggi, la guida della virtù, la scacciatrice dei vizi; e tuttavia, l’inventrice di tutto ciò fu la Grecia.”
De Finibus, III.3
Egli riconosce che la filosofia — il cuore della vita intellettuale romana — nacque in Grecia.
- Sulla cultura greca che arricchisce Roma
Latino:
“Non enim parva res neque tenuis, sed magna et ampla quaedam res et ad bene beateque vivendum aptissima a Graecis ad nos deducta est.”
Italiano:
“Infatti non si tratta di una cosa piccola o insignificante, ma di un’impresa grande e nobile, la più adatta per vivere bene e felicemente, che ci è stata tramandata dai Greci.”
De Oratore, I.14
Egli afferma che la retorica e la filosofia, elementi vitali per Roma, provengono dalla Grecia.
- Sulla diffidenza verso i Greci come testimoni
Latino:
“Testes Graecos—quamquam etiam sine hoc genere testium satis firmam causam habet Flaccus—sed tamen quid est quod hoc loco dici possit? Levitas Graecorum, fallacitas, mendacium.”
Italiano:
“Testimoni greci — sebbene anche senza questo genere di testimoni la causa di Flacco sia abbastanza solida — eppure, cosa si può dire qui? La leggerezza dei Greci, la loro falsità, la loro menzogna.”
Pro Flacco, 28.67
Pur ammirando la cultura greca, Cicerone ironizza sui Greci nei contesti legali, considerandoli testimoni inaffidabili.
Anche tenendo conto delle avvertenze ampiamente utilizzate nei manuali di logica classica, che ci segnalano l’errore comune noto come ‘appello all’autorità’ (o *argumentum ad verecundiam*), è impossibile ignorare le riflessioni di Cicerone, basate sulla mancanza di prove archeologiche e reperti provenienti da scavi dell’antichità.
Tuttavia, l’affermazione deve essere accompagnata da alcune considerazioni:
Cicerone scrisse secoli dopo la fondazione della Roma arcaica, quindi la sua prospettiva non è diretta.
Egli aveva i propri pregiudizi — politici, retorici e culturali — che possono influire sull’affidabilità delle sue testimonianze.
A nostra difesa, nell’affermare che il periodo storico oggetto della nostra analisi presenta una scarsità di reperti archeologici, dobbiamo mettere sul tavolo una nota: tale affermazione rappresenta una posizione non autorevole del nostro stesso autoriale punto di vista.
Breve panoramica della struttura politica e dell’architettura sociale della Roma arcaica
Periodo di Romolo:
- Popolazione di Roma (ca. 753–716 a.C.)"
- Composizione della stratificazione sociale:
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Principali caratteristiche politiche
- Sovrano fondatore e primo re:
- Sistema monarchico:
- Centralizzazione del potere:
- Romolo è considerato sia il leggendario fondatore di Roma sia la sua prima autorità sovrana.
- Roma era una monarchia, con Romolo che deteneva pieni poteri esecutivi, militari e religiosi (primo *imperium*).
- Le decisioni erano concentrate interamente nelle mani del re; in questa fase non esistevano ancora meccanismi democratici formali.
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Istituzioni dell’epoca
- Senato:
- Assemblea popolare (*Comitia Curiata* / Assemblea delle Curie):
- Organizzazione militare:
- Composto da 100–300 anziani (*patres*), per lo più capi delle principali famiglie (*gentes*).
- Ruolo: organo consultivo del re, contribuiva all’organizzazione delle campagne militari e alla gestione degli affari civici primari.
- Non ancora legislativo; non poteva opporsi o annullare le decisioni del re.
- Organizzata in 30 *curiae*, che rappresentavano gruppi familiari o clan.
- Ruolo: ratificava determinati decreti, principalmente per confermare formalmente le decisioni del re, concedere l’*imperium* e testimoniare adozioni o matrimoni.
- Prima forma di partecipazione civica, ma non una democrazia.
- L’esercito romano era inizialmente composto da tutti i cittadini maschi, organizzati per clan e guidati direttamente dal re.
- Il servizio militare rappresentava sia un dovere civico sia la base della gerarchia sociale.
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Gestione della *polis*
- Fondazione e difesa urbana:
- Divisione della popolazione:
- Risoluzione dei conflitti:
- Romolo fondò la città sul Colle Palatino, organizzò le fortificazioni e definì i confini della città.
- Patrizi (famiglie dirigenti): detenevano il potere politico, formavano il Senato e controllavano i riti religiosi.
- Plebei (popolo comune): inizialmente per lo più residenti senza proprietà terriera; avevano diritti politici limitati e erano soggetti all’autorità del re.
Gestita dal re; consigli informali e anziani fornivano pareri ma non limitavano la sua autorità.
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Diritti e ruolo di Romolo
- Imperium del re: Romolo deteneva il potere assoluto sulla legge, sul comando militare e sui riti religiosi.
- Ruolo legislativo: emetteva decreti (*leges regiae*), in seguito codificati dai suoi successori.
- Ruolo giudiziario: era il giudice supremo per le controversie civili e le questioni penali.
- Comandante militare: guidava Roma in guerre e spedizioni; le decisioni su vita, morte e assegnazione delle terre spettavano a lui.
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Principali beni prodotti
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Produzione locale
- Agricoltura (base dell’economia):
- Allevamento:
- Arti e mestieri:
- Beni destinati al commercio:
- Cereali: grano, orzo
- Legumi: lenticchie, fagioli
- Olive e uva (viticoltura e produzione d’olio agli inizi)
- Ortaggi, frutta, erbe
- bovini
- ovini
- caprini
- suini
- ceramiche di base
- tessuti intrecciati
- utensili semplici
- Eccedenze di cereali (su piccola scala)
- Bestiame o carne conservata
- Ceramiche e manufatti semplici (di produzione locale)
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Esportazioni
- Probabili esportazioni verso gli insediamenti vicini del Lazio e dell’Etruria
- Natura delle esportazioni:
- Città latine confinanti (Alba Longa, Tibur, Praeneste)
- Prime città etrusche (Veio, Tarquinia)
- principalmente baratto o scambio di doni; l’esportazione basata su un vero mercato era limitata.
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Materie prime e beni specializzati non prodotti localmente:
Già nell’VIII secolo a.C., le città-stato greche fondavano colonie nell’Italia meridionale e in Sicilia (Magna Grecia), ad esempio Cuma, Napoli (Neapolis), Taranto.
- Metalli: ferro, bronzo (provenienti dall’Etruria o dalle colonie greche)
- Oggetti di lusso: ceramiche greche, ornamenti e vino
- Legname e altri materiali da costruzione (per fortificazioni)
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Produzione locale
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Sistema di tassazione
- Informale e rudimentale:
- Roma non disponeva ancora di un sistema fiscale formalizzato come quello della successiva Repubblica o dell’Impero.
- Il re poteva richiedere tributi, lavoro o servizio militare dalle comunità dipendenti o dai popoli conquistati.
- La terra era per lo più sotto il controllo del re o delle famiglie patrizie; la redistribuzione era soggetta all’autorità reale.
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Finanze
- Valuta
- Mezzi di valore
- Tributi e obblighi
- A Roma non esisteva ancora una moneta coniata.
- L’economia era in gran parte di sussistenza, basata sul baratto e sullo scambio reciproco.
- Beni e servizi venivano scambiati direttamente: grano, bestiame, ceramiche, utensili e manodopera.
- La ricchezza e lo status erano misurati in:
- Proprietà terriera (i patrizi controllavano i terreni più fertili)
- Bestiame (bovini, ovini, caprini)
- Bottino di guerra (ottenuto da razzie o conflitti)
- La prima società romana si basava sul prestigio e sugli obblighi reciproci più che sul denaro contante.
- Il re poteva imporre tributi, servizio militare o lavoro alla popolazione o alle comunità subordinate.
- Questi 'pagamenti' avvenivano in natura, non in monete: grano, bestiame o altri beni.
- I patrizi potevano redistribuire risorse ai clienti, formando il sistema cliente-padrone, che funzionava in parte come una primitiva rete economica.
Le stime sulla popolazione sono molto approssimative, basate su indagini archeologiche del Palatino e delle colline circostanti e su estrapolazioni dalle dimensioni dell’insediamento. - La Roma arcaica era una piccola città-stato, probabilmente con 1.000–5.000 abitanti al momento della fondazione.
- Essa comprendeva clan patrizi, residenti plebei e un piccolo numero di schiavi o prigionieri di guerra.
- Patrizi: 50–100 capifamiglia delle principali gentes (formavano il primo Senato).
- Plebei: la maggioranza della popolazione, composta soprattutto da piccoli agricoltori, artigiani e lavoratori.
- Schiavi/prigionieri di guerra: una frazione minoritaria, solitamente integrata dopo razzie o conflitti con insediamenti vicini.
Aste?...
In breve, questo periodo storico non può arricchire la nostra conoscenza delle aste dell’epoca, ma possiamo supporre che, in assenza di un sistema monetario, gli strumenti di mercato non includessero la definizione (di ciò che oggi chiamiamo asta); al contrario, lo scambio basato sul baratto determinava il flusso dei beni.
Periodo di Numa Pompilio (circa 715–673 a.C.) – Secondo re di Roma
Le nostre scuse in anticipo, se gli stimati lettori dovessero sentirsi frustrati dal nostro approccio alla struttura dei contenuti nel ripetere alcune circostanze in un nuovo periodo; tuttavia, riteniamo necessario elencare esplicitamente tutte le caratteristiche principali di ciascun periodo storico, anche quando non subiscono un’evoluzione significativa.
- Caratteristiche politiche principali
- Orientamento pacifista e religioso:
- Legislazione e consuetudini:
- Natura consultiva:
- Autorità centralizzata:
- Numa pose l’accento sulla religione, la legge e l’ordine interno piuttosto che sull’espansione militare.
- Introdusse leggi che regolavano le osservanze religiose, i calendari sacri e i rituali civici, con l’obiettivo di armonizzare il comportamento dei cittadini con la legge divina.
- Fece largo affidamento sul consiglio dei sacerdoti e degli anziani, riducendo l’uso diretto della forza rispetto al regno militarizzato di Romolo.
- Nonostante l’attenzione alla religione, mantenne il pieno *imperium* come re — autorità giudiziaria, legislativa e militare suprema.
- Istituzioni dell’epoca
- Senato:
- Collegio Pontificale (*Collegium Pontificum*):
- Vestali (*Vestal Virgins*):
- Altri uffici religiosi:
- Continuò dall’epoca di Romolo; consigliava Numa in materia di politica, diritto religioso e affari civici.,Probabilmente aumentò il prestigio dei sacerdoti tra i senatori; Numa enfatizzò l’autorità sacra rispetto al potere coercitivo.
- Istituì una struttura sacerdotale formale, con il *Pontifex Maximus* a capo.,Supervisionava il diritto religioso, i sacrifici, il calendario e i rituali.
- Istituzione attribuita a Numa; garantiva la continuità dei riti sacri e la protezione del focolare di Roma.
- Àuguri,Flàmini,Sàlii
- Gestione della polis
- Organizzazione urbana:
- Risoluzione dei conflitti:
- Calendario civico e feste pubbliche:
- Attenzione rivolta agli spazi rituali e ai luoghi sacri, ad esempio templi, altari e santuari.
- Supervisionava la manutenzione dei confini (religiosi e civici) e la sacralità pubblica piuttosto che la difesa militare.
- Privilegiava la legge, il rituale e la mediazione rispetto alla coercizione.
- Le dispute sociali venivano spesso affrontate attraverso quadri religiosi e morali.
- Introdusse regolari osservanze religiose, rafforzando la coesione sociale.
- Gestiva le date sacre, le cerimonie e i culti per integrare la popolazione e consolidare le riforme sociali di Numa.
- Democrazia e partecipazione civica
- Assenza di una vera democrazia:
- Coinvolgimento indiretto dei cittadini:
- Il potere politico rimaneva monarchico, con l’imperium del re come autorità suprema.
- Organi civici come il Senato e le assemblee esistevano, ma funzionavano principalmente in qualità consultiva, non legislativa.
- Attraverso la partecipazione a riti e festività, i cittadini erano socialmente coinvolti.
- Le cariche religiose erano spesso collegate agli strati sociali, conferendo una forma di partecipazione strutturata ma gerarchica.
- Diritti e ruolo di Numa
- Imperium:
- Ruolo legislativo:
- Guida religiosa:
- Arbitro morale:
- Autorità assoluta in campo giudiziario, legislativo e cerimoniale.
- Emanò le *leges regiae* che regolavano la vita civile, morale e religiosa.
- Controllava i riti, il calendario e il diritto sacro; agiva come mediatore tra gli dèi e il popolo.
- Influenzò le norme sociali, gli obblighi e la gerarchia attraverso una legislazione di carattere religioso e morale.
- Struttura sociale e diritti degli strati
- Patrizi:
- Plebei:
- Schiavi / prigionieri di guerra:
- Reti cliente-padrone:
- Detenevano la leadership politica e religiosa; molti servivano come senatori o sacerdoti.
- Esercitavano il potere sulle questioni cerimoniali e legali.
- Costituivano la maggior parte della popolazione; impegnati in agricoltura, artigianato e servizi locali.
- Partecipavano a riti e festività; disponevano di diritti politici formali limitati.
- Minoranza; fornivano manodopera nelle case e nei templi.
- Si rafforzarono durante il regno di Numa attraverso obblighi religiosi e morali, formando i primi meccanismi di coesione sociale.
- Sintesi delle principali riforme introdotte da Numa Pompilio
- Istituzionalizzazione religiosa:
- Riti e festività:
- Governo:
- Codici legali e morali:
- Rafforzamento della coesione sociale:
- Riforme urbane e civiche:
- Istituì il Pontifex Maximus, le Vestali, gli àuguri e i flàmini.
- Osservanze religiose pubbliche.
- Ridusse le campagne militari; promosse la stabilità sociale.
- Ampliò le *leges regiae* includendo leggi civili e morali, con enfasi sull’armonia.
- Le reti cliente-padrone e gli obblighi rituali integrarono i plebei nella vita civica.
- Si concentrò sugli spazi sacri e comunitari piuttosto che sulle fortificazioni.
- Popolazione al tempo di Numa Pompilio - L’insediamento sui sette colli continuò ad espandersi lentamente tra l’VIII e il VII secolo a.C.
- Gli scavi sul Palatino, sul Campidoglio e nell’area del Foro mostrano la crescita delle capanne in villaggi più densi, che finirono per fondersi.
Aste nel periodo di Numa
Non possiamo ancora basarci su fonti effettive per affermare qualcosa di concreto senza cadere nella speculazione. Poiché le strutture economiche non si erano ancora evolute in strumenti di mercato comprendenti le aste, possiamo solo procedere allo stadio successivo.
| Aspetto | Romolo (circa 753–716 a.C.) | Numa Pompilio (circa 715–673 a.C.) | Principali cambiamenti / Riforme introdotte da Numa |
|---|---|---|---|
| Sistema politico | Monarchia con potere centralizzato; il re deteneva l’imperium su esercito, legge e religione | Monarchia mantenuta; il re conservava l’imperium, ma con enfasi sull’autorità religiosa e giuridica | Riduzione dell’approccio militarista; enfasi sul governo morale e religioso |
| Senato | Consiglio consultivo di patres (100–300 anziani); per lo più patrizi; nessun potere legislativo | Senato continuato, con ruolo consultivo più forte in ambito religioso e morale | Il Senato si istituzionalizzò nelle questioni religiose; sostenne il governo pacifico del re |
| Assemblee civiche | Comizi curiati: basati sulle famiglie; ratificavano i decreti del re | Le assemblee continuarono ma con ruolo minore; la partecipazione dei cittadini avveniva soprattutto tramite riti e festività | La partecipazione civica passò dalla ratifica politica alla partecipazione cerimoniale e religiosa |
| Esercito | Esercito guidato dal re; frequenti spedizioni espansionistiche | Numa ridusse le campagne militari, promuovendo la pace | L’obbligo militare fu meno enfatizzato; priorità alla stabilità sociale |
| Legge / Legislazione | *Leges regiae*: decreti emanati dal re, incentrati sul controllo civile e militare | Espansione delle leggi religiose, dei codici morali e delle norme civiche | Codificò riti, festività e obblighi religiosi; formalizzò le norme di condotta |
| Religione e sacerdozi | Riti religiosi rudimentali, integrati con l’autorità del re | Istituì uffici religiosi formali: Pontifex Maximus, Vestali, àuguri, flàmini | Rese la religione istituzionale, codificò il calendario e i doveri sacri; strutturò il sacerdozio |
| Siti rituali / Spazi pubblici | Prime fortificazioni; Palatino; Vulcanale, Regia, Comitium fondati | Espansione degli spazi sacri, dei templi e degli altari; regolarizzazione di feste e riti pubblici | Rafforzò l’integrazione religiosa nella vita civica; le osservanze rituali divennero centrali per la coesione sociale |
| Struttura sociale / Diritti degli strati | I patrizi detenevano il potere; i plebei erano soprattutto lavoratori; pochi schiavi | I patrizi mantennero la loro egemonia; i plebei furono integrati nel quadro rituale e morale | Rafforzò le reti cliente-padrone; consolidò un ordine civico gerarchico ma cooperativo |
| Economia / Flusso dei beni | Economia di sussistenza basata sul baratto; tributi in natura | Nessuna grande riforma economica; Numa non si concentrò sull’espansione o sui mercati | Mantenne i sistemi di sussistenza e tributo; la pace favorì una distribuzione ordinata delle risorse |
| Gestione urbana / Polis | Mura cittadine, insediamento sul Palatino, organizzazione rudimentale | Attenzione all’organizzazione sacra, alla coesione civica e alla supervisione religiosa | Passaggio da una difesa urbana militarizzata a una pianificazione civica ritualizzata e ordinata |
| Diritti e doveri dei cittadini | Obbligo di servizio militare, contributo di lavoro o beni al re | I doveri civici erano principalmente religiosi e morali; partecipazione a festività e riti | Le obbligazioni civiche divennero etiche e religiose anziché militari, integrando la società attraverso norme morali |
Tullo Ostilio (3º re di Roma, regno ca. 673–642 a.C.)
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Caratteristiche politiche principali
- Svolta militarista:
- Politica estera aggressiva:
- Consolidamento dello Stato attraverso la conquista:
- Gli autori antichi (Livio, Dionigi di Alicarnasso) lo descrivono come l’opposto di Numa. Mentre Numa enfatizzava la religione e la pace, Tullo promosse l’espansione con le armi.
- Condusse guerre contro Alba Longa, Fidene, Veio e i Sabini. L’episodio leggendario del duello tra Orazi e Curiazi appartiene a questo periodo (una forma ritualizzata di risoluzione del conflitto tra Roma e Alba).
- Dopo la distruzione di Alba Longa, Tullo avrebbe trasferito la sua popolazione a Roma, accrescendo la forza lavoro e ampliando le famiglie patrizie.
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Istituzioni dell’epoca
- Monarchia (*regnum*):
- Senato:
- Assemblea (*comitia curiata*):
- Religione:
- Sistema ancora monarchico, con il re come figura suprema in campo militare, giudiziario e religioso.
- Consiglio consultivo dei *patres* (anziani), come ai tempi di Romolo; mantenne prestigio ma l’autorità militare del re ne oscurò l’influenza.
- Ancora largamente cerimoniale; i cittadini ratificavano le decisioni ma non determinavano la politica.
- A differenza di Numa, Tullo inizialmente trascurò i culti. Livio racconta che questa empietà portò a una pestilenza e alla sua caduta — in seguito tentò di restaurare i riti, ma gli dèi (in particolare Giove) lo punirono.
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Gestione della polis e ordine sociale
- Integrazione urbana:
- Militarizzazione della società:
- Diritti e strati sociali (continuità da Romolo):
- Con l’assorbimento della popolazione di Alba Longa, Roma si espanse socialmente e fisicamente (colonizzazione del colle Celio).
- I doveri civici erano sempre più legati all’obbligo militare, rafforzando il ruolo guerriero del cittadino.
Patrizi (*patres*):
- Mantennero il predominio nella politica e nel Senato.
Plebei:
- Aumentarono di numero dopo l’assorbimento di Alba, ma i diritti rimasero limitati; peso politico ancora minimo.
Clienti:
- Classe ampliata, dipendente dai patroni patrizi per protezione e rappresentanza.
Assenza di democrazia:
- L’autorità rimaneva concentrata nella monarchia e nell’élite patrizia. Le assemblee funzionavano, ma senza vero potere legislativo.
- Confronto con Romolo e Numa
Romolo :
- Fondò le istituzioni, organizzò il Senato, definì patrizi e clienti. Modello di re-guerriero.
Numa :
- Pacificatore religioso; istituì i sacerdozi, l’ordine dei culti, regolò i riti.
Tullo :
- Tornò al militarismo di Romolo, ampliò Roma tramite la conquista, ma senza nuove riforme costituzionali — la sua eredità è territoriale e urbana, non istituzionale.
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Tullo Ostilio – Riforme e principali cambiamenti
- Orientamento militare:
- Integrazione della popolazione:
- Aspetti istituzionali:
- Sviluppo urbano:
- Economia del periodo
- Organizzò guerre contro Alba Longa, Fidene, Veio e i Sabini.
- Il leggendario duello (Orazi contro Curiazi) come istituzione di guerra ritualizzata.
- Dopo la distruzione di Alba Longa, trasferì gran parte della sua popolazione (patrizi e plebei) a Roma.
- Nuove famiglie patrizie entrarono a far parte del Senato.
- Il colle Celio fu occupato dai nuovi arrivati.
- Non gli vengono attribuite nuove istituzioni civili o religiose di rilievo (a differenza di Numa).
- Tentò successivamente di restaurare i riti trascurati, ma fu associato all’empietà.
- Espanse lo spazio cittadino, incorporando nuove aree abitate.
- Agricoltura: base principale; le conquiste portarono nuove terre e manodopera.
- Forza lavoro: l’afflusso della popolazione di Alba Longa aumentò la disponibilità di lavoratori e la forza militare.
- Economia di integrazione iniziale: la fusione delle popolazioni creò nuovi legami cliente–padrone, rafforzando le proprietà patrizie.
- Nessuna evidenza di riforme commerciali o di aste/mercati: a differenza dei re successivi (in particolare Anco Marcio, che costruì il porto di Ostia). Sotto Tullo, l’attenzione rimase militare, non commerciale.
| Aspetto | Romolo | Numa Pompilio | Tullo Ostilio |
|---|---|---|---|
| Caratteristica principale | Fondatore-guerriero | Legislatore religioso | Espansionista-guerriero |
| Istituzioni politiche | Senato dei patres; assemblee curiate; monarchia centrale | Sacerdozi (Pontifex Maximus, Vestali, Flàmini); regolazione dei culti | Nessuna nuova istituzione; rafforzò il Senato con i patrizi di Alba |
| Religione | Culti primari, Giove Feretrio, augurio | Culti sistematici, templi, calendari, rituali | Riti trascurati → tentò poi di restaurarli, ma fu considerato empio |
| Struttura sociale | Patrizi, plebei e clienti istituiti | Rafforzò i doveri di classe attraverso la legittimazione religiosa | Espanse il patriziato con l’assorbimento delle famiglie albanesi |
| Economia | Agricoltura di sussistenza, allevamento, assenza di mercati formali | Stessa base agricola, economia stabile/ritualizzata | Espansione tramite conquista, aumento di terre e manodopera |
| Esercito | Guerre con i vicini; difesa degli insediamenti | Regno pacifico, evitò le guerre | Campagne aggressive; distruzione di Alba Longa |
| Sviluppo urbano | Primo insediamento sul Palatino, drenaggio della valle del Foro | Monumenti religiosi, santuari | Insediamento del colle Celio con migranti di Alba Longa |
| Democrazia? | No — monarchia e dominio del Senato | No — monarchia ma l’autorità sacra moderava il potere | No — monarchia e Senato; élite militarista rafforzata |
Periodo di Anco Marcio
- Caratteristiche politiche principali
Sovrano equilibrato:
- Combinò la *religio* (pietà, rituali, culti) con le *arma* (espansione militare).
Politica difensivo-espansiva:
- Combatte contro i Latini e altri popoli vicini, ma si concentrò sul consolidamento del controllo romano più che sulla conquista indiscriminata.
Espansione del territorio romano:
- Sottrasse terre ai Latini e trasferì a Roma i popoli sconfitti, creando una città più multiculturale.
- Istituzioni del periodo
Religiose:
- Ripristinò i rituali trascurati da Tullo Ostilio, seguendo la tradizione di Numa.
- Istituì i sacerdoti *fetiales* → responsabili dei rituali di dichiarazione di guerra e di pace, formalizzando il concetto romano di “guerra giusta”.
Politiche e legali:
- Rafforzò il Senato attraverso l’integrazione di nuove famiglie patrizie (provenienti dagli insediamenti latini conquistati).
- Le istituzioni civiche si ampliarono con l’inclusione di nuovi cittadini.
- Infrastrutture / Gestione della polis
- Costruì il primo ponte (*Pons Sublicius*) sul Tevere — fondamentale per il commercio e la mobilità militare.
- Fondò Ostia (il primo porto di Roma), tappa decisiva nello sviluppo commerciale della città.
- Realizzò saline nei pressi di Ostia → risorsa controllata dallo Stato.
- Democrazia e ruolo del re
- Monarchia ancora presente, non democrazia.
- Anco governò come sovrano unico, consigliato dal Senato, mentre le assemblee svolgevano un ruolo limitato di legittimazione.
La sua legittimità si fondava su entrambi:
- Autorità religiosa (come Numa).
- Forza militare (come Tullo).
- Struttura sociale e diritti degli strati
Patrizi:
- Ampliati mediante l’incorporazione delle élite latine; il Senato venne ingrandito.
- Continuarono a dominare la politica e i sacerdozi.
Plebei:
- Aumentarono di numero grazie all’insediamento dei Latini conquistati a Roma.
- Godettero di diritti di residenza, ma con limitata influenza politica.
Clienti:
- Cresciuti di numero poiché le nuove popolazioni necessitavano di patroni per l’integrazione.
Schiavi:
- Aumentarono i prigionieri di guerra provenienti dalle campagne latine.
Risultato:
- La complessità sociale aumentò, trasformando Roma da insediamento tribale a società più urbanizzata e mista.
- Anco Marcio – Riforme e cambiamenti economici
Riforma religiosa:
- Ripristinò i rituali trascurati dopo Numa.
- Istituì il sacerdozio dei *fetiales*, che formalizzava le dichiarazioni di guerra e di pace, introducendo l’idea romana di “guerra giusta”.
Espansione militare e politica demografica:
- Sconfisse le città latine; invece di distruggerle, integrò i loro abitanti a Roma.
- Espanse la popolazione e la forza lavoro di Roma.
- Allargò il Senato con nuove famiglie patrizie.
Riforme infrastrutturali:
- Costruì il *Pons Sublicius*, il primo ponte sul Tevere → facilitò il movimento delle truppe e migliorò la connettività commerciale.
- Fondò Ostia, il primo porto di Roma → punto d’ingresso per il sale, il pesce e i commerci con l’Etruria e il Lazio.
- Costruì saline alla foce del Tevere → industria controllata dallo Stato.
- Cambiamenti economici
Passaggio da un’economia di sussistenza a una proto-commerciale:
- La produzione del sale divenne una risorsa strategica e una fonte di entrate (le vie del sale collegavano Roma al Lazio).
- L’aumento dell’urbanizzazione dovuto all’afflusso delle popolazioni conquistate creò mercati locali più ampi.
Importazioni ed esportazioni:
- Ostia aprì rotte dirette di scambio con l’Etruria, i Latini e, possibilmente, con commercianti greci.
- Il baratto restava predominante (ancora nessuna moneta coniata), ma gli scambi risultavano più strutturati rispetto all’epoca di Romolo o di Numa.
Ruolo dello Stato:
- Roma iniziò a controllare le risorse chiave (monopolio del sale).
- Le infrastrutture (ponte, porto) integrarono Roma nel commercio regionale.
| Re | Politico / Istituzionale | Economia | Società |
|---|---|---|---|
| Romolo (753–716 a.C.) | Fondatore; Senato di 100 patres; prime assemblee di base. | Scambio per baratto; agricoltura dominante; assenza di moneta; commercio minimo. | Stratificata: patrizi, plebei, clienti; schiavi provenienti dalle razzie. |
| Numa Pompilio (715–673 a.C.) | Istituzioni religiose; sacerdozi; governo pacifico. | Nessuna grande riforma economica; continuità dell’agricoltura di sussistenza. | Società stabilizzata tramite coesione religiosa; rafforzata la supremazia sacerdotale patrizia. |
| Tullo Ostilio (673–642 a.C.) | Espansione militaristica; distruzione di Alba Longa; ampliamento del Senato. | Aumento dei bottini di guerra; integrazione di terre e popolazioni conquistate. | Crescita del numero dei plebei; aumento degli schiavi; rafforzamento del Senato. |
| Anco Marcio (640–616 a.C.) | Equilibrio tra religione e guerra; istituzione dei fetiales; Senato ampliato. | Saline; fondazione di Ostia (porto); primo ponte sul Tevere; espansione proto-commerciale. | Integrazione dei Latini nel corpo civico romano; maggiore mescolanza sociale. |
E allora, dove si colloca il contesto delle aste? Cari autori, lo avevate promesso!
Sebbene il regno di Anco Marcio abbia posto le basi fondamentali per il futuro sviluppo di Roma come centro commerciale, l’economia era ancora troppo rudimentale per parlare di strumenti di mercato strutturati come le aste. Gli scambi restavano basati sul baratto, e il commercio avveniva attraverso scambi diretti o redistribuzione statale.
Periodo di Tarquinio Prisco
- Caratteristiche politiche principali:
- Centralizzazione del potere:
- Orientamento militare:
- Sviluppo urbano:
- Integrazione religiosa:
- Innovazione istituzionale:
- Rafforzò l’autorità regia e la sua influenza sulle istituzioni.
- Espanse il territorio romano con campagne contro i Latini, i Sabini e altri popoli confinanti.
- Avviò grandi progetti infrastrutturali (mura cittadine, strade, sistemi di drenaggio).
- Utilizzò l’autorità religiosa per consolidare il potere politico.
- Riorganizzò il Senato e le assemblee cittadine, ponendo le basi per la futura struttura civica romana.
- Istituzioni politiche
- La monarchia
- Il Senato
- Comitia Curiata
- Altri uffici / magistrature
- Gestione della polis
- Organizzazione militare
- Amministrazione e supervisione
Re (Rex):
- Massima autorità politica; comandante supremo dell’esercito.
- Guida religiosa, presiedeva sacrifici e cerimonie.
- Poteva nominare magistrati e funzionari.
- Controllava amministrazione e giustizia.
Imperium:
- Potere legale di comando, incluso il diritto di vita e di morte in alcuni casi; conferito dai Comitia Curiata.
- Composto principalmente da patrizi (famiglie aristocratiche).
- Funzionava come consiglio consultivo del re.
Durante il regno di Tarquinio:
- Il ruolo del Senato si ampliò nella supervisione amministrativa e militare.
- Collaborò all’organizzazione delle opere pubbliche e alla gestione delle finanze.
- Assemblea dei cittadini romani, divisi in curie (unità basate sui clan familiari).
Funzioni:
- Conferiva formalmente l’imperium al re.
- Ratificava alcune decisioni; potere perlopiù simbolico.
- Tarquinio rafforzò il ruolo formale dell’assemblea, ma mantenne l’autorità ultima nelle mani del re.
Littori:
- Guardie del corpo e assistenti del re; portavano i fasci come simbolo dell’autorità.
Censori (precursori):
- Primi responsabili del controllo della ricchezza, della proprietà e dello status dei cittadini per fini fiscali e militari.
Comandanti militari e tribuni:
- Nominati dal re per organizzare le unità dell’esercito.
- Costruì la Cloaca Maxima (grande sistema fognario) per drenare le paludi.
- Ampliò le mura cittadine, aumentando la capacità difensiva.
- Costruì il Circo Massimo, il primo grande spazio pubblico per giochi e cerimonie civiche.
- Promosse la costruzione di templi e luoghi di culto, rafforzando la legittimità religiosa.
- Strutturò l’esercito per curie e tribù, formalizzando la gerarchia militare primitiva.
- Espanse l’influenza di Roma con campagne contro Latini, Sabini e città vicine.
- Rafforzò il coordinamento tra Senato, re e assemblee.
- Avviò le prime forme di gestione burocratica, sotto la supervisione dei patrizi.
- Democrazia
Roma non era una democrazia sotto Tarquinio Prisco.
Le assemblee dei cittadini esistevano (Comitia Curiata) ma avevano perlopiù un ruolo cerimoniale:
- Approvavano i decreti del re.
- Ratificavano nomine e atti legali.
Struttura del potere:
- I patrizi dominavano la vita politica.
- I plebei avevano una partecipazione molto limitata, principalmente nel servizio militare e negli obblighi fiscali.
La prima “democrazia” romana era rudimentale:
- più simbolica che funzionale, con il potere reale concentrato nella monarchia e nell’aristocrazia.
- Tarquinio Prisco – Riforme
- Riforme politiche e istituzionali
- Riforme urbane e infrastrutturali
- Riforme economiche
Espansione del Senato
- Aumentò il numero dei senatori da 100 (sotto Romolo e i primi re) a 200.
- Aprì seggi senatorii ai figli di patrizi minori o non senatori, ampliando la base aristocratica.
- Rafforzò il ruolo consultivo del Senato nei confronti del re.
Riorganizzazione dell’Assemblea dei Cittadini
- I Comitia Curiata furono mantenuti ma si formalizzò il processo di conferimento dell’imperium al re.
- Creò un maggiore coinvolgimento delle curie nell’organizzazione militare e civica (pur con poteri limitati).
Istituzione dei Littori
- I littori agivano come assistenti e guardie del re, simboli dell’imperium.
Organizzazione militare
- Riorganizzò l’esercito secondo le curie e le prime tribù.
- Nominò tribuni militari per assistere nel comando.
Cloaca Maxima:
- Grande sistema fognario per drenare il Foro e le aree circostanti.
Mura cittadine:
- Espansione e fortificazione di Roma.
Circo Massimo:
- Costruzione del primo grande spazio pubblico per corse di carri e giochi.
Templi:
- Tempio di Giove sul Campidoglio, rafforzando l’autorità religiosa.
Opere pubbliche e occupazione
- I grandi progetti di costruzione crearono lavoro e stimolarono il commercio locale.
- Aumentò la domanda di pietra, legname e manodopera, integrando le economie locali.
Commercio e relazioni esterne
- Tarquinio promosse il commercio con i Latini, gli Etruschi e i Sabini vicini.
- Rafforzò i legami economici tramite diplomazia e campagne militari.
Gestione delle terre
- Controllò l’assegnazione delle terre pubbliche (ager publicus).
- Incoraggiò l’insediamento nei territori conquistati, aumentando la produzione agricola.
Organizzazione delle entrate
- Probabilmente potenziò la riscossione di tasse o tributi dalle città conquistate.
- Avviò le prime forme di gestione statale delle finanze per finanziare esercito e opere urbane.
| Aspetto | Anco Marcio | Tarquinio Prisco |
|---|---|---|
| Riforme politiche | Rafforzò il Senato, ereditando in gran parte le strutture da Romolo | Ampliò il Senato da 100 a 200 membri, formalizzò l’assemblea dei cittadini, istituì i littori |
| Politica militare | Difensiva e di consolidamento; costruì Ostia come porto commerciale | Espansionistica; campagne militari contro Latini e Sabini; riorganizzò l’esercito |
| Sviluppo urbano | Costruì il primo ponte sul Tevere (Pons Sublicius) | Costruì la Cloaca Maxima, le mura cittadine, il Circo Massimo e il Tempio di Giove |
| Focus economico | Agricoltura e gestione delle terre; porto di Ostia per il commercio | Le opere pubbliche stimolarono l’occupazione; commercio con i vicini; organizzò tributi e assegnazioni di terre |
| Struttura sociale | Dominio dei patrizi; ruolo limitato dei plebei | Invariata; i patrizi mantennero il potere; leggera inclusione nel Senato; plebei con diritti limitati |
| Politica religiosa | Riti religiosi per legittimare il potere | Costruì templi e rafforzò l’autorità religiosa del re |
| Amministrazione | Supervisione burocratica limitata | Primi sistemi amministrativi; tribuni militari; controllo della proprietà dei cittadini e organizzazione delle curie |
- Sistema monetario
- Valuta
- Uso degli strumenti monetari
- Tassazione sotto Tarquinio Prisco
- Durante il regno di Tarquinio Prisco (~616–579 a.C.), le prove di mercati pubblici formali (“fora”, nel senso di centri organizzati per aste o scambi di schiavi, cavalli, navi e terre) sono estremamente limitate. Precisiamo attentamente:
- A Roma non esistevano ancora monete coniate (~616–579 a.C.).
L’economia era in gran parte basata sul baratto, integrata dallo scambio di metalli a peso:
- Bronzo, ferro o aes rude (blocchi grezzi di bronzo) utilizzati per il commercio.
- Questi pezzi metallici fungevano da strumenti di valore per le transazioni.
Strumenti di scambio:
- Il bronzo e altri metalli venivano tagliati o pesati per gli scambi.
- Il valore era determinato dal peso e dalla qualità, piuttosto che da un marchio ufficiale.
Commercio e scambi
- I metalli permettevano uno scambio più agevole rispetto al baratto puro.
- Utilizzati nei mercati locali e negli insediamenti, in particolare a Ostia (sotto Anco Marcio) e durante i progetti urbani di Tarquinio.
Progetti statali
- Le opere pubbliche come la Cloaca Maxima, le mura cittadine e i templi richiedevano manodopera e materiali.
- Il pagamento avveniva spesso in natura o in metallo a peso, facilitando lavoro e commercio.
Ambito militare
- I soldati e i mercenari potevano essere pagati con blocchi metallici o beni.
- Il tributo delle città conquistate veniva spesso accettato in metallo o in prodotti agricoli.
Tributi e tasse
Roma riscuoteva tributi dai territori conquistati:
- I Latini, i Sabini e altre città pagavano in beni, metalli o bestiame.
I cittadini di Roma versavano tasse o prestavano manodopera per le opere pubbliche:
- Servizi di lavoro (corvée) per strade, drenaggi o progetti militari.
- Contributi occasionali in metallo per progetti statali.
Meccanismi fiscali primitivi
Organizzazione basata sul censimento
- I cittadini venivano valutati in base alla proprietà e alla classe sociale.
- I patrizi più ricchi contribuivano maggiormente con tasse o equipaggiamento militare.
Tributi dagli alleati
- Le città vicine fornivano materiali, soldati o metalli.
- Tarquinio potrebbe aver sistematizzato la riscossione, migliorandone l’efficienza.
Funzione economica delle tasse
- Finanziavano opere pubbliche, istituzioni religiose e campagne militari.
- Redistribuivano risorse per rafforzare l’autorità del re e lo sviluppo urbano.
- Crearono una proto-economia statale: raccolta e distribuzione centralizzata delle risorse.
Schiavi
- Il commercio degli schiavi esisteva nella prima Roma, ma in forma perlopiù informale.
- Probabili origini:
- - Prigionieri di guerra (Latini, Sabini, Etruschi).
- - Servitù per debiti tra cittadini romani.
- I mercati pubblici degli schiavi (come i successivi macella o forum venalium) non esistevano ancora. Le transazioni avvenivano probabilmente direttamente tra élite o per decisione del re, spesso come parte della distribuzione dopo una conquista.
Cavalli
- I cavalli erano beni di grande valore militare e di trasporto.
- Il commercio era probabilmente limitato alle famiglie aristocratiche, ai proprietari di cavalleria e allo Stato.
- Non esistono prove archeologiche o testuali di un mercato formale dei cavalli in questo periodo così antico.
Imbarcazioni / Navigazione
- Anco Marcio aveva già costruito Ostia, il primo porto alla foce del Tevere.
- Tarquinio utilizzò probabilmente il porto per il commercio con le comunità vicine (Latini, Etruschi), ma la navigazione commerciale era diretta dallo Stato o regolata tra le élite.
- Non sono stati documentati moli pubblici o postazioni di commercio per la vendita privata di imbarcazioni in questa epoca.
Terreni
- Le terre (ager publicus) provenienti dai territori conquistati erano assegnate dal re.
- I patrizi e le élite romane ricevevano appezzamenti; i plebei avevano accesso limitato.
- Le vendite di terreni e le aste pubbliche come pratica civica regolare non esistevano ancora; la distribuzione aveva natura essenzialmente politica e militare.
Gli Autori ritengono opportuno inserire un confronto tra lo sviluppo delle poleis greche e quello della Roma antica
| Aspetto | Poleis greche | Roma (Tarquinio Prisco – Servio Tullio) |
|---|---|---|
| Moneta | La moneta era già in circolazione (Lidia → città greche, VI sec. a.C.). Si utilizzavano monete standardizzate in argento ed elettro. Ciò rese possibile un commercio complesso, il credito e la contabilità. | Nessuna moneta ancora in uso. Il commercio si basava sul baratto, sul bronzo a peso (aes rude) o su lingotti metallici. Nessuna regola formale di scambio. |
| Mercati | Agorà: mercato strutturato per beni, schiavi, artigianato e servizi. Possibili aste e contratti. | Foro: principalmente centro politico e sociale. Scambi informali, locali, per lo più in natura o mediante metalli a peso. |
| Contabilità / Sistemi di scambio | Esistevano metodi contabili primitivi: pesatura delle monete, prezzi standardizzati, contratti e anche prime forme di credito. | Nessun sistema simbolico di scambio formalizzato. Il valore era determinato caso per caso (peso/qualità del bronzo), senza contratti con garanzie o strumenti promissori. |
| Integrazione economica | Commercio su scala mediterranea, colonie e traffici inter-polis. Prezzi in parte standardizzati. | Commercio locale e regionale (Latini, Etruschi), prevalentemente agricolo e di sussistenza. Roma non ancora integrata nelle reti commerciali più ampie. |
Periodo di Servio Tullio
Principali caratteristiche politiche
Sesto re di Roma, tradizionalmente accreditato di importanti riforme costituzionali e sociali.
Primo re romano di nascita incerta o libera (secondo la leggenda, figlio di una schiava), circostanza che influenzò le sue politiche a favore dei ceti popolari.
L’autorità rimase monarchica, ma le sue riforme posero le basi delle future istituzioni repubblicane.
Istituzioni del periodo
Il Censimento:
- Introdusse il primo censimento sistematico della popolazione e della proprietà, dividendo i cittadini in classi in base alla ricchezza e alla capacità militare.
Assemblea centuriata (Comitia Centuriata):
- Creata come nuovo organo politico organizzato per centurie (unità militari), sostituì le divisioni familiari o claniche con una struttura basata sulle classi economiche.
Senato:
- Continuò a esistere come organo consultivo patrizio, ma la sua egemonia cominciò a essere controbilanciata dalle nuove assemblee.
Gestione della polis
Espanse il territorio urbano di Roma, includendo la fortificazione della cosiddetta Mura Serviana (tradizionalmente a lui attribuita).
Organizzò la popolazione in tribù basate sul luogo di residenza, rafforzando i legami tra la crescente popolazione romana e l’identità civica.
Regolamentò tassazione e servizio militare secondo le categorie censuarie, garantendo una distribuzione più equa dei doveri.
Democrazia, o no?
Rimaneva una monarchia — Servio conservava il supremo imperium.
Tuttavia, le assemblee basate sulla ricchezza introdussero un elemento proto-democratico, in cui il potere di voto corrispondeva al contributo economico.
Primo spostamento istituzionale dall’esclusivo controllo aristocratico.
Struttura sociale e diritti degli strati
Patrizi:
- Mantennero lo status d’élite, ma il loro predominio esclusivo fu indebolito dalle riforme basate sul censimento.
Plebei:
- Ottennero un nuovo riconoscimento come blocchi di voto organizzati all’interno dell’Assemblea centuriata.
Clienti:
- Continuarono a dipendere dai patroni patrizi, ma con ruoli civici più strutturati.
Schiavi / Prigionieri di guerra:
- In aumento numerico, ma privi di diritti; la leggendaria origine di Servio contribuì a sfumare, nei racconti, i confini tra nascita e status.
- Riforme di Servio Tullio (ca. 578–535 a.C.)
- Riforme politiche
- Riforme sociali
- Riforme economiche
Censimento:
- Prima registrazione sistematica dei cittadini in base a ricchezza, proprietà e capacità militare.
Sistema di classi:
- Creò cinque classi basate sul patrimonio + i capite censi (“contati per testa”, i più poveri privi di beni).
Assemblea centuriata (Comitia Centuriata):
- Il voto fu legato alle centurie (unità militari/economiche) invece che ai clan o alle curie → attenuazione del monopolio patrizio.
Organizzazione tribale:
- Istituì quattro tribù urbane (poi ampliate) basate sulla residenza, integrando i nuovi arrivati nella struttura civica.
- Ampliò la partecipazione dei plebei alle assemblee (pur restando ponderata per ricchezza).
- Conferì ai non patrizi una più chiara identità civica all’interno di Roma.
- Rafforzò il sistema cliente-patrono attraverso obblighi strutturati.
- Introdusse una tassazione proporzionale alla ricchezza (basata sul censimento).
- Stabilì che l’equipaggiamento militare fosse fornito da ciascun cittadino in base alla classe di appartenenza.
- Formalizzò la valutazione di terre e proprietà per redistribuzione, tributi e opere statali.
- È a lui attribuita la costruzione delle Mura Serviane e del primo tempio in pietra dedicato a Diana sull’Aventino (segno di centralizzazione religiosa e di un ruolo proto-federale).
Anco Marzio vs. Servio Tullio
| Aspetto | Anco Marzio (640–616 a.C.) | Servio Tullio (578–534 a.C.) |
|---|---|---|
| Base economica | Prevalentemente agricola; agricoltura e allevamento. Produzione di surplus limitata. | Ancora agricola, ma con tassazione strutturata e allocazione delle risorse basata sul censimento. Primo vero tentativo di quantificare l’economia. |
| Infrastrutture per il commercio | Costruì il primo ponte sul Tevere (Pons Sublicius) e fondò Ostia (primo porto di Roma). Permise il commercio del sale e la navigazione fluviale. | Espanse i confini della città e le strutture urbane. Spazio di mercato ipotizzato ma non attestato archeologicamente. Le Mura Serviane garantirono sicurezza ai traffici. |
| Sistema monetario | Nessuna evidenza di monete o denaro; predominavano baratto e redistribuzione. | Ancora pre-monetario, ma il censimento potrebbe aver usato valutazioni approssimative (terre, bestiame, metalli). Nessuna monetazione a Roma; le prime monete romane sono successive (circa IV secolo a.C.). |
| Tassazione | Non sistematica. Entrate principalmente da conquiste, tributi e terre statali. | Introdusse il censimento → tassazione strutturata per classe patrimoniale. Mirava a un contributo proporzionale all’esercito e allo Stato. |
| Struttura dei mercati | Nessun mercato formale, solo proto-scambi nei villaggi o presso i santuari. | Indicata una prima organizzazione dello spazio economico (area del Foro Boario). Nessuna asta o istituzione di mercato strutturata attestata. |
| Commercio esterno | Commercio del sale a Ostia, traffici fluviali lungo il Tevere. Alcuni contatti con il Lazio e l’Etruria. | Connessioni più ampie tramite l’influenza etrusca. Importazioni di ceramiche e beni di lusso indicano legami commerciali con il Mediterraneo. |
| Commercio di schiavi | I prigionieri di guerra venivano probabilmente assorbiti nelle famiglie. Nessuna evidenza di mercati degli schiavi strutturati. | Stesso modello: i prigionieri utilizzati come manodopera domestica o agricola. Nessun mercato aperto attestato. |
| Cavalli e beni militari | I cavalli facevano parte della ricchezza aristocratica (per la cavalleria). Nessuno scambio di mercato registrato. | I cavalli furono classificati nel censimento (equites), mostrando un primo ruolo istituzionale nell’economia. |
| Navigazione e imbarcazioni | Ostia = centro di esportazione del sale, navigazione primitiva. | Nessun commercio navale indipendente, ma domanda urbana più strutturata (costruzioni, beni). |
| Evidenze archeologiche | Resti di Ostia, tracce del ponte sul Tevere, indizi di produzione del sale. | Ceramiche importate, fondazioni delle Mura Serviane, sepolture con beni importati (connessioni etrusche e greche). |
Tarquinius Superbus (534–509 a.C.)
Panoramica economica
Monetario
Roma era ancora priva di monete: la coniazione inizia solo con la prima Repubblica (circa IV secolo a.C.).
I pagamenti e le valutazioni avvenivano probabilmente tramite lingotti di bronzo (aes rude), bestiame o pezzi di metallo a peso.
La ricchezza era misurata in terre, bestiame e beni mobili.
Tassazione
Tributi e prelievi imposti pesantemente, soprattutto alle comunità latine e volsci conquistate.
Tradizione archeologica e letteraria:
- lavoro forzato e corvée (ad esempio per il tempio di Giove Ottimo Massimo).
La struttura censuaria di Servio Tullio probabilmente si indebolì; sostituita dalle esazioni autocratiche del re.
Struttura del mercato
Esisteva una certa attività mercantile nel Foro Boario e nel Foro Romano (uso attestato archeologicamente come spazi comunitari).
Ancora nessuna asta strutturata o istituzioni commerciali regolamentate.
Il commercio rimaneva informale, basato sul baratto e soggetto alla redistribuzione sotto controllo reale.
Commercio di schiavi
Le fonti menzionano un ampio uso di manodopera forzata, soprattutto per le costruzioni monumentali.
I prigionieri di guerra fornivano forza lavoro domestica e agricola.
Nessuna evidenza di mercati degli schiavi indipendenti a Roma; la redistribuzione era probabilmente gestita direttamente dall’autorità reale.
Cavalli
I cavalli erano associati alla classe degli equites e alla cavalleria militare.
Nessuna evidenza di mercati equini aperti, ma il possesso dei cavalli da parte dell’aristocrazia era legato al servizio militare.
Navigazione e imbarcazioni
L’accesso di Roma a Ostia (fondata in precedenza da Anco Marzio) rimase cruciale.
Probabile uso del trasporto fluviale per legname, pietra e grano.
Nessuna flotta mercantile romana indipendente; le importazioni provenivano da commercianti etruschi o greci.
Esportazioni–Importazioni
Importazioni:
- beni di lusso
- ceramica greca
- bronzi etruschi
- probabilmente vino e olio.
Esportazioni:
- sale (da Ostia)
- legname
- eccedenze agricole.
Le evidenze indicano crescenti connessioni con il Mediterraneo, soprattutto tramite l’Etruria e la Campania.
Evidenze archeologiche
Tempio di Giove Ottimo Massimo (Campidoglio):
- edificio monumentale costruito con artigiani e materiali stranieri → prova di grande mobilitazione di risorse.
Cloaca Maxima (drenaggio della valle del Foro):
- grande opera pubblica
- realizzata con manodopera forzata.
Ceramiche e oggetti di lusso importati rinvenuti a Roma mostrano contatti con le reti commerciali greche ed etrusche.
Riforme e politiche di Tarquinio il Superbo
Riforme sociali (o piuttosto, distorsioni)
Governo autoritario:
- Tarquinio governò come un tiranno, senza consultare il Senato. Limitò l’autorità senatoria, giustiziando o esiliando i membri che gli si opponevano.
Tensione tra le classi:
- Gravi lavori forzati furono imposti ai plebei attraverso i progetti statali (ad esempio, il Tempio di Giove Ottimo Massimo). Ciò ampliò il divario tra aristocrazia e classi popolari.
Patronato e paura:
- Mantenne il potere non tramite consenso, ma mediante intimidazione e alleanze matrimoniali strategiche, in particolare il matrimonio con Tullia, che gli assicurò l’ascesa al trono attraverso la violenza.
Riforme militari
Campagne di espansione:
Tarquinio condusse guerre aggressive contro le città latine confinanti e i Volsci.
Forte dipendenza dal bottino e dai tributi:
- I territori conquistati furono pesantemente tassati; risorse e prigionieri furono portati a Roma.
Alleanze:
- Rafforzò la presenza politico-militare di Roma assicurando trattati, incluso quello con Gabii (dove Sesto Tarquinio si infiltrò e tradì la città).
Intrattenimento / Opere pubbliche
Il Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio:
- Un progetto monumentale che simboleggiava la crescente potenza di Roma.
La Cloaca Maxima:
- Completamento della grande rete fognaria di Roma, che drenò le paludi e rese edificabili le aree urbane (in particolare il Foro Romano).
Giochi e festività:
- Estese i giochi pubblici (precursori dei ludi) per guadagnare il favore popolare, sebbene restassero rigidamente controllati dalla monarchia.
Approccio repubblicano (se mai esistito)
Praticamente nessuno. Tarquinio rappresentò la monarchia nella sua forma più autocratica.
Il suo disprezzo per il Senato e l’accentramento del potere provocarono il malcontento che portò alla transizione verso la Repubblica.
L’episodio dello stupro di Lucrezia da parte di Sesto Tarquinio divenne la giustificazione morale per la fine della monarchia, dando origine agli ideali repubblicani di potere condiviso e rifiuto della regalità.
Come il nostro stimato Lettore avrà notato, abbiamo ripercorso brevemente il primo periodo dell’Antica Roma, quello dei Sette Re. Nella nostra analisi, purtroppo, non siamo riusciti a individuare alcun accenno a strumenti di mercato stabili e consolidati, come strumenti finanziari (che in quel tempo erano già ben sviluppati nelle poleis greche, insieme a solide tradizioni commerciali del corrispondente periodo della Grecia antica). Pertanto, le aste come strumento di circolazione delle merci sul “mare del mercato” non sono ancora state rilevate in questo articolo.
Ma abbiamo compiuto un ottimo lavoro: l’evoluzione è stata delineata, mostrando le tendenze verso una crescente complessità delle interazioni sociali nella società romana. Vi invitiamo dunque a seguirci nel prossimo periodo romano. Questa volta vi promettiamo che il tema delle Aste come Strumenti di Mercato dell’Antica Roma verrà sicuramente trattato. Affrettatevi…