Ai tempi delle leggende...

L’argomento principale che tratteremo sono le aste nel contesto storico.
Perché abbiamo scelto questo approccio? Per evitare l’errore comune della 'modernizzazione dei fenomeni storici'.
L’obiettivo dell’articolo è immergere i nostri stimati lettori nel contesto storico classico e analizzare le aste come atti di attività sociale, da una prospettiva storica.
Passo dopo passo, seguirete ciascuna delle fasi dello sviluppo della Roma classica, tracciandone l’evoluzione, il che potrà essere molto utile per comprendere le modifiche nelle relazioni sociali e, di conseguenza, per comprendere più chiaramente la struttura e la concezione moderne delle aste come strumento di commercio.

Con l’obiettivo di scoprire chi fossero gli antichi Romani e cosa fosse l’Antica Roma come metropoli, vi proponiamo un breve viaggio ai tempi delle origini...

La fase iniziale dell’Antica Roma

Definizione di Cenate

  • Cenate
  • - Cenate nel seguente contesto: consiglio arcaico, leggendario, semi-mitico (proto-Senato).
  • Senato
  • - Senato nel seguente contesto: organo successivamente istituzionalizzato, attestato storicamente.
Qui delineiamo il periodo di Romolo, come passo preliminare prima della panoramica principale. Il lettore dovrebbe notare che questa sezione apparirà due volte nell’articolo, ma con un contesto leggermente modificato.

Romolo e Roma

Nonostante un personaggio come Romolo, menzionato in alcune fonti, sia considerato leggendario, le leggende hanno comunque un posto nella nostra vita...
«Romolo e Remo, figli di Rea Silvia e Marte, furono abbandonati presso il fiume Tevere, salvati da una lupa e allevati da un pastore. Una volta cresciuti, decisero di fondare una città. Romolo, dopo una disputa con Remo sul luogo e sugli auspici, uccise il fratello e diede alla città il proprio nome, Roma.»
Livio – *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitolo 6 (ca. 27–9 a.C.)

«Romolo e Remo, figli di Rea Silvia, furono abbandonati presso il Tevere, allattati da una lupa e allevati da Faustolo il pastore. Da adulti decisero di fondare una città. Romolo, avendo scelto il Colle Palatino, uccise Remo dopo che questi aveva scavalcato le mura e divenne sovrano unico, dando alla città il nome di Roma.»
Dionigi di Alicarnasso – *Antichità Romane*, Libro I, 7–8 (ca. 30–7 a.C.)

«Romolo e Remo, figli di Marte, furono lasciati morire presso il fiume, salvati da una lupa e poi allevati da Faustolo. Quando crebbero, decisero di fondare una città. Nacquero dispute sul colle da occupare; Remo schernì le mura di Romolo e fu ucciso. Romolo divenne così il primo re di Roma.»
Plutarco – *Vita di Romolo*, Capitoli 2–3 (46–120 d.C.)

Le fonti che stiamo esaminando sono considerate non del tutto affidabili per una semplice ragione: tutte furono scritte molto tempo dopo gli eventi che descrivono. E anche se mettiamo da parte l’approccio stilistico tipico di quei tempi, l’epoca della fondazione della città, così come le circostanze descritte sopra, possono essere accettate solo con riserve, se tali testimonianze non coincidono con i dati archeologici — e, fortunatamente per noi, coincidono! Eliminando l’opulenza e le decorazioni dei testi, otteniamo dati che possono essere sottoposti ad analisi e confronto dei fatti.


Dunque, raccogliamo i fatti sulla fondazione della città di Roma


Ciò che i Romani pensavano dei Greci e dell’‘Oriente’ greco è una questione complessa. Essi nutrivano un grande rispetto per alcune culture antiche, in particolare (ma non esclusivamente) per la Grecia. Basarono quasi tutta la loro letteratura su modelli greci, e alcuni Romani dell’élite divennero ferventi seguaci della filosofia greca.
UnRoman Romans, Autore: Siobhán McElduff

Purtroppo non possediamo un ampio elenco di testimonianze archeologiche dirette relative al periodo romano arcaico. L’indiscutibile influenza della Grecia antica sulla struttura politica, sul disegno istituzionale e sulla cultura di Roma può essere dedotta solo da pochi documenti esistenti, per lo più databili al periodo repubblicano.


Cicerone ci ha lasciato la sua opinione su come la Grecia abbia influenzato la tradizione romana...


  • Sui Romani che prendono a prestito dai Greci
  • Latino:
    “Omnes artes quae ad humanitatem pertinent habent quoddam commune vinculum et quasi cognatione quadam inter se continentur.”

    Italiano:
    Tutte le discipline che riguardano l’umanità sono legate da un vincolo comune, come da una sorta di parentela naturale.

    Tusculanae Disputationes, II.5
    Cicerone afferma apertamente che la cultura di Roma è costruita su fondamenta greche.

  • Sulla filosofia proveniente dalla Grecia
  • Latino:
    “Philosophia inventrix legum, dux virtutis, expultrix vitiorum; sed omnium inventrix Graecia.”

    Italiano:
    “La filosofia è l’inventrice delle leggi, la guida della virtù, la scacciatrice dei vizi; e tuttavia, l’inventrice di tutto ciò fu la Grecia.”

    De Finibus, III.3
    Egli riconosce che la filosofia — il cuore della vita intellettuale romana — nacque in Grecia.

  • Sulla cultura greca che arricchisce Roma
  • Latino:
    “Non enim parva res neque tenuis, sed magna et ampla quaedam res et ad bene beateque vivendum aptissima a Graecis ad nos deducta est.”

    Italiano:
    “Infatti non si tratta di una cosa piccola o insignificante, ma di un’impresa grande e nobile, la più adatta per vivere bene e felicemente, che ci è stata tramandata dai Greci.”

    De Oratore, I.14
    Egli afferma che la retorica e la filosofia, elementi vitali per Roma, provengono dalla Grecia.

  • Sulla diffidenza verso i Greci come testimoni
  • Latino:
    “Testes Graecos—quamquam etiam sine hoc genere testium satis firmam causam habet Flaccus—sed tamen quid est quod hoc loco dici possit? Levitas Graecorum, fallacitas, mendacium.”

    Italiano:
    “Testimoni greci — sebbene anche senza questo genere di testimoni la causa di Flacco sia abbastanza solida — eppure, cosa si può dire qui? La leggerezza dei Greci, la loro falsità, la loro menzogna.”

    Pro Flacco, 28.67
    Pur ammirando la cultura greca, Cicerone ironizza sui Greci nei contesti legali, considerandoli testimoni inaffidabili.


Anche tenendo conto delle avvertenze ampiamente utilizzate nei manuali di logica classica, che ci segnalano l’errore comune noto come ‘appello all’autorità’ (o *argumentum ad verecundiam*), è impossibile ignorare le riflessioni di Cicerone, basate sulla mancanza di prove archeologiche e reperti provenienti da scavi dell’antichità.

Tuttavia, l’affermazione deve essere accompagnata da alcune considerazioni:

Cicerone scrisse secoli dopo la fondazione della Roma arcaica, quindi la sua prospettiva non è diretta.

Egli aveva i propri pregiudizi — politici, retorici e culturali — che possono influire sull’affidabilità delle sue testimonianze.

A nostra difesa, nell’affermare che il periodo storico oggetto della nostra analisi presenta una scarsità di reperti archeologici, dobbiamo mettere sul tavolo una nota: tale affermazione rappresenta una posizione non autorevole del nostro stesso autoriale punto di vista.




Breve panoramica della struttura politica e dell’architettura sociale della Roma arcaica

I Sette Re di Roma

Periodo di Romolo:

  • Popolazione di Roma (ca. 753–716 a.C.)"

  • Le stime sulla popolazione sono molto approssimative, basate su indagini archeologiche del Palatino e delle colline circostanti e su estrapolazioni dalle dimensioni dell’insediamento. - La Roma arcaica era una piccola città-stato, probabilmente con 1.000–5.000 abitanti al momento della fondazione.

    - Essa comprendeva clan patrizi, residenti plebei e un piccolo numero di schiavi o prigionieri di guerra.

  • Composizione della stratificazione sociale:

  • - Patrizi: 50–100 capifamiglia delle principali gentes (formavano il primo Senato).

    - Plebei: la maggioranza della popolazione, composta soprattutto da piccoli agricoltori, artigiani e lavoratori.

    - Schiavi/prigionieri di guerra: una frazione minoritaria, solitamente integrata dopo razzie o conflitti con insediamenti vicini.

  • Principali caratteristiche politiche
    • Sovrano fondatore e primo re:

    • - Romolo è considerato sia il leggendario fondatore di Roma sia la sua prima autorità sovrana.

    • Sistema monarchico:

    • - Roma era una monarchia, con Romolo che deteneva pieni poteri esecutivi, militari e religiosi (primo *imperium*).

    • Centralizzazione del potere:

    • - Le decisioni erano concentrate interamente nelle mani del re; in questa fase non esistevano ancora meccanismi democratici formali.

  • Istituzioni dell’epoca
    • Senato:

    • - Composto da 100–300 anziani (*patres*), per lo più capi delle principali famiglie (*gentes*).

      - Ruolo: organo consultivo del re, contribuiva all’organizzazione delle campagne militari e alla gestione degli affari civici primari.

      - Non ancora legislativo; non poteva opporsi o annullare le decisioni del re.

    • Assemblea popolare (*Comitia Curiata* / Assemblea delle Curie):

    • - Organizzata in 30 *curiae*, che rappresentavano gruppi familiari o clan.

      - Ruolo: ratificava determinati decreti, principalmente per confermare formalmente le decisioni del re, concedere l’*imperium* e testimoniare adozioni o matrimoni.

      - Prima forma di partecipazione civica, ma non una democrazia.

    • Organizzazione militare:

    • - L’esercito romano era inizialmente composto da tutti i cittadini maschi, organizzati per clan e guidati direttamente dal re.

      - Il servizio militare rappresentava sia un dovere civico sia la base della gerarchia sociale.


  • Gestione della *polis*
    • Fondazione e difesa urbana:

    • - Romolo fondò la città sul Colle Palatino, organizzò le fortificazioni e definì i confini della città.

    • Divisione della popolazione:

    • - Patrizi (famiglie dirigenti): detenevano il potere politico, formavano il Senato e controllavano i riti religiosi.

      - Plebei (popolo comune): inizialmente per lo più residenti senza proprietà terriera; avevano diritti politici limitati e erano soggetti all’autorità del re.

    • Risoluzione dei conflitti:

    • Gestita dal re; consigli informali e anziani fornivano pareri ma non limitavano la sua autorità.

  • Diritti e ruolo di Romolo

    - Imperium del re: Romolo deteneva il potere assoluto sulla legge, sul comando militare e sui riti religiosi.

    - Ruolo legislativo: emetteva decreti (*leges regiae*), in seguito codificati dai suoi successori.

    - Ruolo giudiziario: era il giudice supremo per le controversie civili e le questioni penali.

    - Comandante militare: guidava Roma in guerre e spedizioni; le decisioni su vita, morte e assegnazione delle terre spettavano a lui.

  • Principali beni prodotti
    • Produzione locale
      1. Agricoltura (base dell’economia):

      2. - Cereali: grano, orzo

        - Legumi: lenticchie, fagioli

        - Olive e uva (viticoltura e produzione d’olio agli inizi)

        - Ortaggi, frutta, erbe

      3. Allevamento:

      4. - bovini

        - ovini

        - caprini

        - suini

      5. Arti e mestieri:

      6. - ceramiche di base

        - tessuti intrecciati

        - utensili semplici

      7. Beni destinati al commercio:

      8. - Eccedenze di cereali (su piccola scala)

        - Bestiame o carne conservata

        - Ceramiche e manufatti semplici (di produzione locale)

    • Esportazioni
      1. Probabili esportazioni verso gli insediamenti vicini del Lazio e dell’Etruria

      2. - Città latine confinanti (Alba Longa, Tibur, Praeneste)

        - Prime città etrusche (Veio, Tarquinia)

      3. Natura delle esportazioni:

      4. - principalmente baratto o scambio di doni; l’esportazione basata su un vero mercato era limitata.

    • Materie prime e beni specializzati non prodotti localmente:

      Già nell’VIII secolo a.C., le città-stato greche fondavano colonie nell’Italia meridionale e in Sicilia (Magna Grecia), ad esempio Cuma, Napoli (Neapolis), Taranto.
      - Metalli: ferro, bronzo (provenienti dall’Etruria o dalle colonie greche)

      - Oggetti di lusso: ceramiche greche, ornamenti e vino

      - Legname e altri materiali da costruzione (per fortificazioni)

  • Sistema di tassazione

    • Informale e rudimentale:

    • - Roma non disponeva ancora di un sistema fiscale formalizzato come quello della successiva Repubblica o dell’Impero.

      - Il re poteva richiedere tributi, lavoro o servizio militare dalle comunità dipendenti o dai popoli conquistati.

      - La terra era per lo più sotto il controllo del re o delle famiglie patrizie; la redistribuzione era soggetta all’autorità reale.

  • Finanze

    • Valuta

    • - A Roma non esisteva ancora una moneta coniata.

      - L’economia era in gran parte di sussistenza, basata sul baratto e sullo scambio reciproco.

      - Beni e servizi venivano scambiati direttamente: grano, bestiame, ceramiche, utensili e manodopera.

    • Mezzi di valore

    • - La ricchezza e lo status erano misurati in:

      - Proprietà terriera (i patrizi controllavano i terreni più fertili)

      - Bestiame (bovini, ovini, caprini)

      - Bottino di guerra (ottenuto da razzie o conflitti)

      - La prima società romana si basava sul prestigio e sugli obblighi reciproci più che sul denaro contante.

    • Tributi e obblighi

    • - Il re poteva imporre tributi, servizio militare o lavoro alla popolazione o alle comunità subordinate.

      - Questi 'pagamenti' avvenivano in natura, non in monete: grano, bestiame o altri beni.

      - I patrizi potevano redistribuire risorse ai clienti, formando il sistema cliente-padrone, che funzionava in parte come una primitiva rete economica.


Aste?...

In breve, questo periodo storico non può arricchire la nostra conoscenza delle aste dell’epoca, ma possiamo supporre che, in assenza di un sistema monetario, gli strumenti di mercato non includessero la definizione (di ciò che oggi chiamiamo asta); al contrario, lo scambio basato sul baratto determinava il flusso dei beni.


Periodo di Numa Pompilio (circa 715–673 a.C.) – Secondo re di Roma

Le nostre scuse in anticipo, se gli stimati lettori dovessero sentirsi frustrati dal nostro approccio alla struttura dei contenuti nel ripetere alcune circostanze in un nuovo periodo; tuttavia, riteniamo necessario elencare esplicitamente tutte le caratteristiche principali di ciascun periodo storico, anche quando non subiscono un’evoluzione significativa.

  • Caratteristiche politiche principali
    1. Orientamento pacifista e religioso:

    2. - Numa pose l’accento sulla religione, la legge e l’ordine interno piuttosto che sull’espansione militare.

    3. Legislazione e consuetudini:

    4. - Introdusse leggi che regolavano le osservanze religiose, i calendari sacri e i rituali civici, con l’obiettivo di armonizzare il comportamento dei cittadini con la legge divina.

    5. Natura consultiva:

    6. - Fece largo affidamento sul consiglio dei sacerdoti e degli anziani, riducendo l’uso diretto della forza rispetto al regno militarizzato di Romolo.

    7. Autorità centralizzata:

    8. - Nonostante l’attenzione alla religione, mantenne il pieno *imperium* come re — autorità giudiziaria, legislativa e militare suprema.

  • Istituzioni dell’epoca
    1. Senato:

    2. - Continuò dall’epoca di Romolo; consigliava Numa in materia di politica, diritto religioso e affari civici.,Probabilmente aumentò il prestigio dei sacerdoti tra i senatori; Numa enfatizzò l’autorità sacra rispetto al potere coercitivo.

    3. Collegio Pontificale (*Collegium Pontificum*):

    4. - Istituì una struttura sacerdotale formale, con il *Pontifex Maximus* a capo.,Supervisionava il diritto religioso, i sacrifici, il calendario e i rituali.

    5. Vestali (*Vestal Virgins*):

    6. - Istituzione attribuita a Numa; garantiva la continuità dei riti sacri e la protezione del focolare di Roma.

    7. Altri uffici religiosi:

    8. - Àuguri,Flàmini,Sàlii

  • Gestione della polis
    1. Organizzazione urbana:

    2. - Attenzione rivolta agli spazi rituali e ai luoghi sacri, ad esempio templi, altari e santuari.

      - Supervisionava la manutenzione dei confini (religiosi e civici) e la sacralità pubblica piuttosto che la difesa militare.

    3. Risoluzione dei conflitti:

    4. - Privilegiava la legge, il rituale e la mediazione rispetto alla coercizione.

      - Le dispute sociali venivano spesso affrontate attraverso quadri religiosi e morali.

    5. Calendario civico e feste pubbliche:

    6. - Introdusse regolari osservanze religiose, rafforzando la coesione sociale.

      - Gestiva le date sacre, le cerimonie e i culti per integrare la popolazione e consolidare le riforme sociali di Numa.

  • Democrazia e partecipazione civica
    1. Assenza di una vera democrazia:

    2. - Il potere politico rimaneva monarchico, con l’imperium del re come autorità suprema.

      - Organi civici come il Senato e le assemblee esistevano, ma funzionavano principalmente in qualità consultiva, non legislativa.

    3. Coinvolgimento indiretto dei cittadini:

    4. - Attraverso la partecipazione a riti e festività, i cittadini erano socialmente coinvolti.

      - Le cariche religiose erano spesso collegate agli strati sociali, conferendo una forma di partecipazione strutturata ma gerarchica.

  • Diritti e ruolo di Numa
    1. Imperium:

    2. - Autorità assoluta in campo giudiziario, legislativo e cerimoniale.

    3. Ruolo legislativo:

    4. - Emanò le *leges regiae* che regolavano la vita civile, morale e religiosa.

    5. Guida religiosa:

    6. - Controllava i riti, il calendario e il diritto sacro; agiva come mediatore tra gli dèi e il popolo.

    7. Arbitro morale:

    8. - Influenzò le norme sociali, gli obblighi e la gerarchia attraverso una legislazione di carattere religioso e morale.

  • Struttura sociale e diritti degli strati
    1. Patrizi:

    2. - Detenevano la leadership politica e religiosa; molti servivano come senatori o sacerdoti.

      - Esercitavano il potere sulle questioni cerimoniali e legali.

    3. Plebei:

    4. - Costituivano la maggior parte della popolazione; impegnati in agricoltura, artigianato e servizi locali.

      - Partecipavano a riti e festività; disponevano di diritti politici formali limitati.

    5. Schiavi / prigionieri di guerra:

    6. - Minoranza; fornivano manodopera nelle case e nei templi.

    7. Reti cliente-padrone:

    8. - Si rafforzarono durante il regno di Numa attraverso obblighi religiosi e morali, formando i primi meccanismi di coesione sociale.

  • Sintesi delle principali riforme introdotte da Numa Pompilio
    1. Istituzionalizzazione religiosa:

    2. - Istituì il Pontifex Maximus, le Vestali, gli àuguri e i flàmini.

    3. Riti e festività:

    4. - Osservanze religiose pubbliche.

    5. Governo:

    6. - Ridusse le campagne militari; promosse la stabilità sociale.

    7. Codici legali e morali:

    8. - Ampliò le *leges regiae* includendo leggi civili e morali, con enfasi sull’armonia.

    9. Rafforzamento della coesione sociale:

    10. - Le reti cliente-padrone e gli obblighi rituali integrarono i plebei nella vita civica.

    11. Riforme urbane e civiche:

    12. - Si concentrò sugli spazi sacri e comunitari piuttosto che sulle fortificazioni.

  • Popolazione al tempo di Numa Pompilio
  • - L’insediamento sui sette colli continuò ad espandersi lentamente tra l’VIII e il VII secolo a.C.

    - Gli scavi sul Palatino, sul Campidoglio e nell’area del Foro mostrano la crescita delle capanne in villaggi più densi, che finirono per fondersi.


Aste nel periodo di Numa

Non possiamo ancora basarci su fonti effettive per affermare qualcosa di concreto senza cadere nella speculazione. Poiché le strutture economiche non si erano ancora evolute in strumenti di mercato comprendenti le aste, possiamo solo procedere allo stadio successivo.

Aspetto Romolo (circa 753–716 a.C.) Numa Pompilio (circa 715–673 a.C.) Principali cambiamenti / Riforme introdotte da Numa
Sistema politico Monarchia con potere centralizzato; il re deteneva l’imperium su esercito, legge e religione Monarchia mantenuta; il re conservava l’imperium, ma con enfasi sull’autorità religiosa e giuridica Riduzione dell’approccio militarista; enfasi sul governo morale e religioso
Senato Consiglio consultivo di patres (100–300 anziani); per lo più patrizi; nessun potere legislativo Senato continuato, con ruolo consultivo più forte in ambito religioso e morale Il Senato si istituzionalizzò nelle questioni religiose; sostenne il governo pacifico del re
Assemblee civiche Comizi curiati: basati sulle famiglie; ratificavano i decreti del re Le assemblee continuarono ma con ruolo minore; la partecipazione dei cittadini avveniva soprattutto tramite riti e festività La partecipazione civica passò dalla ratifica politica alla partecipazione cerimoniale e religiosa
Esercito Esercito guidato dal re; frequenti spedizioni espansionistiche Numa ridusse le campagne militari, promuovendo la pace L’obbligo militare fu meno enfatizzato; priorità alla stabilità sociale
Legge / Legislazione *Leges regiae*: decreti emanati dal re, incentrati sul controllo civile e militare Espansione delle leggi religiose, dei codici morali e delle norme civiche Codificò riti, festività e obblighi religiosi; formalizzò le norme di condotta
Religione e sacerdozi Riti religiosi rudimentali, integrati con l’autorità del re Istituì uffici religiosi formali: Pontifex Maximus, Vestali, àuguri, flàmini Rese la religione istituzionale, codificò il calendario e i doveri sacri; strutturò il sacerdozio
Siti rituali / Spazi pubblici Prime fortificazioni; Palatino; Vulcanale, Regia, Comitium fondati Espansione degli spazi sacri, dei templi e degli altari; regolarizzazione di feste e riti pubblici Rafforzò l’integrazione religiosa nella vita civica; le osservanze rituali divennero centrali per la coesione sociale
Struttura sociale / Diritti degli strati I patrizi detenevano il potere; i plebei erano soprattutto lavoratori; pochi schiavi I patrizi mantennero la loro egemonia; i plebei furono integrati nel quadro rituale e morale Rafforzò le reti cliente-padrone; consolidò un ordine civico gerarchico ma cooperativo
Economia / Flusso dei beni Economia di sussistenza basata sul baratto; tributi in natura Nessuna grande riforma economica; Numa non si concentrò sull’espansione o sui mercati Mantenne i sistemi di sussistenza e tributo; la pace favorì una distribuzione ordinata delle risorse
Gestione urbana / Polis Mura cittadine, insediamento sul Palatino, organizzazione rudimentale Attenzione all’organizzazione sacra, alla coesione civica e alla supervisione religiosa Passaggio da una difesa urbana militarizzata a una pianificazione civica ritualizzata e ordinata
Diritti e doveri dei cittadini Obbligo di servizio militare, contributo di lavoro o beni al re I doveri civici erano principalmente religiosi e morali; partecipazione a festività e riti Le obbligazioni civiche divennero etiche e religiose anziché militari, integrando la società attraverso norme morali

Tullo Ostilio (3º re di Roma, regno ca. 673–642 a.C.)

  • Caratteristiche politiche principali
    • Svolta militarista:

    • - Gli autori antichi (Livio, Dionigi di Alicarnasso) lo descrivono come l’opposto di Numa. Mentre Numa enfatizzava la religione e la pace, Tullo promosse l’espansione con le armi.

    • Politica estera aggressiva:

    • - Condusse guerre contro Alba Longa, Fidene, Veio e i Sabini. L’episodio leggendario del duello tra Orazi e Curiazi appartiene a questo periodo (una forma ritualizzata di risoluzione del conflitto tra Roma e Alba).

    • Consolidamento dello Stato attraverso la conquista:

    • - Dopo la distruzione di Alba Longa, Tullo avrebbe trasferito la sua popolazione a Roma, accrescendo la forza lavoro e ampliando le famiglie patrizie.

  • Istituzioni dell’epoca
    • Monarchia (*regnum*):

    • - Sistema ancora monarchico, con il re come figura suprema in campo militare, giudiziario e religioso.

    • Senato:

    • - Consiglio consultivo dei *patres* (anziani), come ai tempi di Romolo; mantenne prestigio ma l’autorità militare del re ne oscurò l’influenza.

    • Assemblea (*comitia curiata*):

    • - Ancora largamente cerimoniale; i cittadini ratificavano le decisioni ma non determinavano la politica.

    • Religione:

    • - A differenza di Numa, Tullo inizialmente trascurò i culti. Livio racconta che questa empietà portò a una pestilenza e alla sua caduta — in seguito tentò di restaurare i riti, ma gli dèi (in particolare Giove) lo punirono.

  • Gestione della polis e ordine sociale
    • Integrazione urbana:

    • - Con l’assorbimento della popolazione di Alba Longa, Roma si espanse socialmente e fisicamente (colonizzazione del colle Celio).

    • Militarizzazione della società:

    • - I doveri civici erano sempre più legati all’obbligo militare, rafforzando il ruolo guerriero del cittadino.

    • Diritti e strati sociali (continuità da Romolo):

    • Patrizi (*patres*):
      - Mantennero il predominio nella politica e nel Senato.

      Plebei:
      - Aumentarono di numero dopo l’assorbimento di Alba, ma i diritti rimasero limitati; peso politico ancora minimo.

      Clienti:
      - Classe ampliata, dipendente dai patroni patrizi per protezione e rappresentanza.

      Assenza di democrazia:
      - L’autorità rimaneva concentrata nella monarchia e nell’élite patrizia. Le assemblee funzionavano, ma senza vero potere legislativo.

  • Confronto con Romolo e Numa

  • Romolo :
    - Fondò le istituzioni, organizzò il Senato, definì patrizi e clienti. Modello di re-guerriero.

    Numa :
    - Pacificatore religioso; istituì i sacerdozi, l’ordine dei culti, regolò i riti.

    Tullo :
    - Tornò al militarismo di Romolo, ampliò Roma tramite la conquista, ma senza nuove riforme costituzionali — la sua eredità è territoriale e urbana, non istituzionale.

  • Tullo Ostilio – Riforme e principali cambiamenti

    • Orientamento militare:

    • - Organizzò guerre contro Alba Longa, Fidene, Veio e i Sabini.

      - Il leggendario duello (Orazi contro Curiazi) come istituzione di guerra ritualizzata.

    • Integrazione della popolazione:

    • - Dopo la distruzione di Alba Longa, trasferì gran parte della sua popolazione (patrizi e plebei) a Roma.

      - Nuove famiglie patrizie entrarono a far parte del Senato.

      - Il colle Celio fu occupato dai nuovi arrivati.

    • Aspetti istituzionali:

    • - Non gli vengono attribuite nuove istituzioni civili o religiose di rilievo (a differenza di Numa).

      - Tentò successivamente di restaurare i riti trascurati, ma fu associato all’empietà.

    • Sviluppo urbano:

    • - Espanse lo spazio cittadino, incorporando nuove aree abitate.

    • Economia del periodo

    • - Agricoltura: base principale; le conquiste portarono nuove terre e manodopera.

      - Forza lavoro: l’afflusso della popolazione di Alba Longa aumentò la disponibilità di lavoratori e la forza militare.

      - Economia di integrazione iniziale: la fusione delle popolazioni creò nuovi legami cliente–padrone, rafforzando le proprietà patrizie.

      - Nessuna evidenza di riforme commerciali o di aste/mercati: a differenza dei re successivi (in particolare Anco Marcio, che costruì il porto di Ostia). Sotto Tullo, l’attenzione rimase militare, non commerciale.

Tabella comparativa: Romolo → Numa → Tullo
Aspetto Romolo Numa Pompilio Tullo Ostilio
Caratteristica principale Fondatore-guerriero Legislatore religioso Espansionista-guerriero
Istituzioni politiche Senato dei patres; assemblee curiate; monarchia centrale Sacerdozi (Pontifex Maximus, Vestali, Flàmini); regolazione dei culti Nessuna nuova istituzione; rafforzò il Senato con i patrizi di Alba
Religione Culti primari, Giove Feretrio, augurio Culti sistematici, templi, calendari, rituali Riti trascurati → tentò poi di restaurarli, ma fu considerato empio
Struttura sociale Patrizi, plebei e clienti istituiti Rafforzò i doveri di classe attraverso la legittimazione religiosa Espanse il patriziato con l’assorbimento delle famiglie albanesi
Economia Agricoltura di sussistenza, allevamento, assenza di mercati formali Stessa base agricola, economia stabile/ritualizzata Espansione tramite conquista, aumento di terre e manodopera
Esercito Guerre con i vicini; difesa degli insediamenti Regno pacifico, evitò le guerre Campagne aggressive; distruzione di Alba Longa
Sviluppo urbano Primo insediamento sul Palatino, drenaggio della valle del Foro Monumenti religiosi, santuari Insediamento del colle Celio con migranti di Alba Longa
Democrazia? No — monarchia e dominio del Senato No — monarchia ma l’autorità sacra moderava il potere No — monarchia e Senato; élite militarista rafforzata

Periodo di Anco Marcio

  • Caratteristiche politiche principali

  • Sovrano equilibrato:
    - Combinò la *religio* (pietà, rituali, culti) con le *arma* (espansione militare).

    Politica difensivo-espansiva:
    - Combatte contro i Latini e altri popoli vicini, ma si concentrò sul consolidamento del controllo romano più che sulla conquista indiscriminata.

    Espansione del territorio romano:
    - Sottrasse terre ai Latini e trasferì a Roma i popoli sconfitti, creando una città più multiculturale.

  • Istituzioni del periodo

  • Religiose:
    - Ripristinò i rituali trascurati da Tullo Ostilio, seguendo la tradizione di Numa.

    - Istituì i sacerdoti *fetiales* → responsabili dei rituali di dichiarazione di guerra e di pace, formalizzando il concetto romano di “guerra giusta”.

    Politiche e legali:
    - Rafforzò il Senato attraverso l’integrazione di nuove famiglie patrizie (provenienti dagli insediamenti latini conquistati).

    - Le istituzioni civiche si ampliarono con l’inclusione di nuovi cittadini.

  • Infrastrutture / Gestione della polis

  • - Costruì il primo ponte (*Pons Sublicius*) sul Tevere — fondamentale per il commercio e la mobilità militare.

    - Fondò Ostia (il primo porto di Roma), tappa decisiva nello sviluppo commerciale della città.

    - Realizzò saline nei pressi di Ostia → risorsa controllata dallo Stato.

  • Democrazia e ruolo del re

  • - Monarchia ancora presente, non democrazia.

    - Anco governò come sovrano unico, consigliato dal Senato, mentre le assemblee svolgevano un ruolo limitato di legittimazione.

    La sua legittimità si fondava su entrambi:

    - Autorità religiosa (come Numa).

    - Forza militare (come Tullo).

  • Struttura sociale e diritti degli strati

  • Patrizi:

    - Ampliati mediante l’incorporazione delle élite latine; il Senato venne ingrandito.

    - Continuarono a dominare la politica e i sacerdozi.

    Plebei:

    - Aumentarono di numero grazie all’insediamento dei Latini conquistati a Roma.

    - Godettero di diritti di residenza, ma con limitata influenza politica.

    Clienti:

    - Cresciuti di numero poiché le nuove popolazioni necessitavano di patroni per l’integrazione.

    Schiavi:

    - Aumentarono i prigionieri di guerra provenienti dalle campagne latine.

    Risultato:

    - La complessità sociale aumentò, trasformando Roma da insediamento tribale a società più urbanizzata e mista.

  • Anco Marcio – Riforme e cambiamenti economici

  • Riforma religiosa:

    - Ripristinò i rituali trascurati dopo Numa.

    - Istituì il sacerdozio dei *fetiales*, che formalizzava le dichiarazioni di guerra e di pace, introducendo l’idea romana di “guerra giusta”.

    Espansione militare e politica demografica:

    - Sconfisse le città latine; invece di distruggerle, integrò i loro abitanti a Roma.

    - Espanse la popolazione e la forza lavoro di Roma.

    - Allargò il Senato con nuove famiglie patrizie.

    Riforme infrastrutturali:

    - Costruì il *Pons Sublicius*, il primo ponte sul Tevere → facilitò il movimento delle truppe e migliorò la connettività commerciale.

    - Fondò Ostia, il primo porto di Roma → punto d’ingresso per il sale, il pesce e i commerci con l’Etruria e il Lazio.

    - Costruì saline alla foce del Tevere → industria controllata dallo Stato.

  • Cambiamenti economici

  • Passaggio da un’economia di sussistenza a una proto-commerciale:

    - La produzione del sale divenne una risorsa strategica e una fonte di entrate (le vie del sale collegavano Roma al Lazio).

    - L’aumento dell’urbanizzazione dovuto all’afflusso delle popolazioni conquistate creò mercati locali più ampi.

    Importazioni ed esportazioni:

    - Ostia aprì rotte dirette di scambio con l’Etruria, i Latini e, possibilmente, con commercianti greci.

    - Il baratto restava predominante (ancora nessuna moneta coniata), ma gli scambi risultavano più strutturati rispetto all’epoca di Romolo o di Numa.

    Ruolo dello Stato:

    - Roma iniziò a controllare le risorse chiave (monopolio del sale).

    - Le infrastrutture (ponte, porto) integrarono Roma nel commercio regionale.

Tabella comparativa: Contributi dei primi quattro re di Roma
Re Politico / Istituzionale Economia Società
Romolo (753–716 a.C.) Fondatore; Senato di 100 patres; prime assemblee di base. Scambio per baratto; agricoltura dominante; assenza di moneta; commercio minimo. Stratificata: patrizi, plebei, clienti; schiavi provenienti dalle razzie.
Numa Pompilio (715–673 a.C.) Istituzioni religiose; sacerdozi; governo pacifico. Nessuna grande riforma economica; continuità dell’agricoltura di sussistenza. Società stabilizzata tramite coesione religiosa; rafforzata la supremazia sacerdotale patrizia.
Tullo Ostilio (673–642 a.C.) Espansione militaristica; distruzione di Alba Longa; ampliamento del Senato. Aumento dei bottini di guerra; integrazione di terre e popolazioni conquistate. Crescita del numero dei plebei; aumento degli schiavi; rafforzamento del Senato.
Anco Marcio (640–616 a.C.) Equilibrio tra religione e guerra; istituzione dei fetiales; Senato ampliato. Saline; fondazione di Ostia (porto); primo ponte sul Tevere; espansione proto-commerciale. Integrazione dei Latini nel corpo civico romano; maggiore mescolanza sociale.

E allora, dove si colloca il contesto delle aste? Cari autori, lo avevate promesso!

Sebbene il regno di Anco Marcio abbia posto le basi fondamentali per il futuro sviluppo di Roma come centro commerciale, l’economia era ancora troppo rudimentale per parlare di strumenti di mercato strutturati come le aste. Gli scambi restavano basati sul baratto, e il commercio avveniva attraverso scambi diretti o redistribuzione statale.


Periodo di Tarquinio Prisco

  • Caratteristiche politiche principali:

    • Centralizzazione del potere:

    • - Rafforzò l’autorità regia e la sua influenza sulle istituzioni.

    • Orientamento militare:

    • - Espanse il territorio romano con campagne contro i Latini, i Sabini e altri popoli confinanti.

    • Sviluppo urbano:

    • - Avviò grandi progetti infrastrutturali (mura cittadine, strade, sistemi di drenaggio).

    • Integrazione religiosa:

    • - Utilizzò l’autorità religiosa per consolidare il potere politico.

    • Innovazione istituzionale:

    • - Riorganizzò il Senato e le assemblee cittadine, ponendo le basi per la futura struttura civica romana.

  • Istituzioni politiche

    • La monarchia

    • Re (Rex):

      - Massima autorità politica; comandante supremo dell’esercito.

      - Guida religiosa, presiedeva sacrifici e cerimonie.

      - Poteva nominare magistrati e funzionari.

      - Controllava amministrazione e giustizia.

      Imperium:

      - Potere legale di comando, incluso il diritto di vita e di morte in alcuni casi; conferito dai Comitia Curiata.

    • Il Senato

    • - Composto principalmente da patrizi (famiglie aristocratiche).

      - Funzionava come consiglio consultivo del re.

      Durante il regno di Tarquinio:

      - Il ruolo del Senato si ampliò nella supervisione amministrativa e militare.

      - Collaborò all’organizzazione delle opere pubbliche e alla gestione delle finanze.

    • Comitia Curiata

    • - Assemblea dei cittadini romani, divisi in curie (unità basate sui clan familiari).

      Funzioni:

      - Conferiva formalmente l’imperium al re.

      - Ratificava alcune decisioni; potere perlopiù simbolico.

      - Tarquinio rafforzò il ruolo formale dell’assemblea, ma mantenne l’autorità ultima nelle mani del re.

    • Altri uffici / magistrature

    • Littori:

      - Guardie del corpo e assistenti del re; portavano i fasci come simbolo dell’autorità.

      Censori (precursori):

      - Primi responsabili del controllo della ricchezza, della proprietà e dello status dei cittadini per fini fiscali e militari.

      Comandanti militari e tribuni:

      - Nominati dal re per organizzare le unità dell’esercito.

    • Gestione della polis

    • - Costruì la Cloaca Maxima (grande sistema fognario) per drenare le paludi.

      - Ampliò le mura cittadine, aumentando la capacità difensiva.

      - Costruì il Circo Massimo, il primo grande spazio pubblico per giochi e cerimonie civiche.

      - Promosse la costruzione di templi e luoghi di culto, rafforzando la legittimità religiosa.

    • Organizzazione militare

    • - Strutturò l’esercito per curie e tribù, formalizzando la gerarchia militare primitiva.

      - Espanse l’influenza di Roma con campagne contro Latini, Sabini e città vicine.

    • Amministrazione e supervisione

    • - Rafforzò il coordinamento tra Senato, re e assemblee.

      - Avviò le prime forme di gestione burocratica, sotto la supervisione dei patrizi.

  • Democrazia

  • Roma non era una democrazia sotto Tarquinio Prisco.

    Le assemblee dei cittadini esistevano (Comitia Curiata) ma avevano perlopiù un ruolo cerimoniale:

    - Approvavano i decreti del re.

    - Ratificavano nomine e atti legali.

    Struttura del potere:

    - I patrizi dominavano la vita politica.

    - I plebei avevano una partecipazione molto limitata, principalmente nel servizio militare e negli obblighi fiscali.

    La prima “democrazia” romana era rudimentale:

    - più simbolica che funzionale, con il potere reale concentrato nella monarchia e nell’aristocrazia.

  • Tarquinio Prisco – Riforme

    1. Riforme politiche e istituzionali


    2. Espansione del Senato
      - Aumentò il numero dei senatori da 100 (sotto Romolo e i primi re) a 200.

      - Aprì seggi senatorii ai figli di patrizi minori o non senatori, ampliando la base aristocratica.

      - Rafforzò il ruolo consultivo del Senato nei confronti del re.

      Riorganizzazione dell’Assemblea dei Cittadini
      - I Comitia Curiata furono mantenuti ma si formalizzò il processo di conferimento dell’imperium al re.

      - Creò un maggiore coinvolgimento delle curie nell’organizzazione militare e civica (pur con poteri limitati).

      Istituzione dei Littori
      - I littori agivano come assistenti e guardie del re, simboli dell’imperium.

      Organizzazione militare
      - Riorganizzò l’esercito secondo le curie e le prime tribù.

      - Nominò tribuni militari per assistere nel comando.

    3. Riforme urbane e infrastrutturali


    4. Cloaca Maxima:
      - Grande sistema fognario per drenare il Foro e le aree circostanti.

      Mura cittadine:
      - Espansione e fortificazione di Roma.

      Circo Massimo:
      - Costruzione del primo grande spazio pubblico per corse di carri e giochi.

      Templi:
      - Tempio di Giove sul Campidoglio, rafforzando l’autorità religiosa.

    5. Riforme economiche


    6. Opere pubbliche e occupazione
      - I grandi progetti di costruzione crearono lavoro e stimolarono il commercio locale.

      - Aumentò la domanda di pietra, legname e manodopera, integrando le economie locali.

      Commercio e relazioni esterne
      - Tarquinio promosse il commercio con i Latini, gli Etruschi e i Sabini vicini.

      - Rafforzò i legami economici tramite diplomazia e campagne militari.

      Gestione delle terre
      - Controllò l’assegnazione delle terre pubbliche (ager publicus).

      - Incoraggiò l’insediamento nei territori conquistati, aumentando la produzione agricola.

      Organizzazione delle entrate
      - Probabilmente potenziò la riscossione di tasse o tributi dalle città conquistate.

      - Avviò le prime forme di gestione statale delle finanze per finanziare esercito e opere urbane.

Confronto con Anco Marcio
Aspetto Anco Marcio Tarquinio Prisco
Riforme politiche Rafforzò il Senato, ereditando in gran parte le strutture da Romolo Ampliò il Senato da 100 a 200 membri, formalizzò l’assemblea dei cittadini, istituì i littori
Politica militare Difensiva e di consolidamento; costruì Ostia come porto commerciale Espansionistica; campagne militari contro Latini e Sabini; riorganizzò l’esercito
Sviluppo urbano Costruì il primo ponte sul Tevere (Pons Sublicius) Costruì la Cloaca Maxima, le mura cittadine, il Circo Massimo e il Tempio di Giove
Focus economico Agricoltura e gestione delle terre; porto di Ostia per il commercio Le opere pubbliche stimolarono l’occupazione; commercio con i vicini; organizzò tributi e assegnazioni di terre
Struttura sociale Dominio dei patrizi; ruolo limitato dei plebei Invariata; i patrizi mantennero il potere; leggera inclusione nel Senato; plebei con diritti limitati
Politica religiosa Riti religiosi per legittimare il potere Costruì templi e rafforzò l’autorità religiosa del re
Amministrazione Supervisione burocratica limitata Primi sistemi amministrativi; tribuni militari; controllo della proprietà dei cittadini e organizzazione delle curie
  • Sistema monetario
    1. Valuta

    2. - A Roma non esistevano ancora monete coniate (~616–579 a.C.).

      L’economia era in gran parte basata sul baratto, integrata dallo scambio di metalli a peso:
      - Bronzo, ferro o aes rude (blocchi grezzi di bronzo) utilizzati per il commercio.

      - Questi pezzi metallici fungevano da strumenti di valore per le transazioni.

      Strumenti di scambio:
      - Il bronzo e altri metalli venivano tagliati o pesati per gli scambi.

      - Il valore era determinato dal peso e dalla qualità, piuttosto che da un marchio ufficiale.

    3. Uso degli strumenti monetari

    4. Commercio e scambi
      - I metalli permettevano uno scambio più agevole rispetto al baratto puro.

      - Utilizzati nei mercati locali e negli insediamenti, in particolare a Ostia (sotto Anco Marcio) e durante i progetti urbani di Tarquinio.

      Progetti statali
      - Le opere pubbliche come la Cloaca Maxima, le mura cittadine e i templi richiedevano manodopera e materiali.

      - Il pagamento avveniva spesso in natura o in metallo a peso, facilitando lavoro e commercio.

      Ambito militare
      - I soldati e i mercenari potevano essere pagati con blocchi metallici o beni.

      - Il tributo delle città conquistate veniva spesso accettato in metallo o in prodotti agricoli.

    5. Tassazione sotto Tarquinio Prisco

    6. Tributi e tasse
      Roma riscuoteva tributi dai territori conquistati:

      - I Latini, i Sabini e altre città pagavano in beni, metalli o bestiame.

      I cittadini di Roma versavano tasse o prestavano manodopera per le opere pubbliche:

      - Servizi di lavoro (corvée) per strade, drenaggi o progetti militari.

      - Contributi occasionali in metallo per progetti statali.

      Meccanismi fiscali primitivi
      Organizzazione basata sul censimento

      - I cittadini venivano valutati in base alla proprietà e alla classe sociale.

      - I patrizi più ricchi contribuivano maggiormente con tasse o equipaggiamento militare.

      Tributi dagli alleati

      - Le città vicine fornivano materiali, soldati o metalli.

      - Tarquinio potrebbe aver sistematizzato la riscossione, migliorandone l’efficienza.

      Funzione economica delle tasse
      - Finanziavano opere pubbliche, istituzioni religiose e campagne militari.

      - Redistribuivano risorse per rafforzare l’autorità del re e lo sviluppo urbano.

      - Crearono una proto-economia statale: raccolta e distribuzione centralizzata delle risorse.

    7. Durante il regno di Tarquinio Prisco (~616–579 a.C.), le prove di mercati pubblici formali (“fora”, nel senso di centri organizzati per aste o scambi di schiavi, cavalli, navi e terre) sono estremamente limitate. Precisiamo attentamente:

    8. Schiavi

      - Il commercio degli schiavi esisteva nella prima Roma, ma in forma perlopiù informale.

      - Probabili origini:

      - - Prigionieri di guerra (Latini, Sabini, Etruschi).

      - - Servitù per debiti tra cittadini romani.

      - I mercati pubblici degli schiavi (come i successivi macella o forum venalium) non esistevano ancora. Le transazioni avvenivano probabilmente direttamente tra élite o per decisione del re, spesso come parte della distribuzione dopo una conquista.

      Cavalli

      - I cavalli erano beni di grande valore militare e di trasporto.

      - Il commercio era probabilmente limitato alle famiglie aristocratiche, ai proprietari di cavalleria e allo Stato.

      - Non esistono prove archeologiche o testuali di un mercato formale dei cavalli in questo periodo così antico.

      Imbarcazioni / Navigazione

      - Anco Marcio aveva già costruito Ostia, il primo porto alla foce del Tevere.

      - Tarquinio utilizzò probabilmente il porto per il commercio con le comunità vicine (Latini, Etruschi), ma la navigazione commerciale era diretta dallo Stato o regolata tra le élite.

      - Non sono stati documentati moli pubblici o postazioni di commercio per la vendita privata di imbarcazioni in questa epoca.

      Terreni

      - Le terre (ager publicus) provenienti dai territori conquistati erano assegnate dal re.

      - I patrizi e le élite romane ricevevano appezzamenti; i plebei avevano accesso limitato.

      - Le vendite di terreni e le aste pubbliche come pratica civica regolare non esistevano ancora; la distribuzione aveva natura essenzialmente politica e militare.


Gli Autori ritengono opportuno inserire un confronto tra lo sviluppo delle poleis greche e quello della Roma antica

Sviluppo monetario: Grecia vs. Roma (~VII–VI secolo a.C.)
Aspetto Poleis greche Roma (Tarquinio Prisco – Servio Tullio)
Moneta La moneta era già in circolazione (Lidia → città greche, VI sec. a.C.). Si utilizzavano monete standardizzate in argento ed elettro. Ciò rese possibile un commercio complesso, il credito e la contabilità. Nessuna moneta ancora in uso. Il commercio si basava sul baratto, sul bronzo a peso (aes rude) o su lingotti metallici. Nessuna regola formale di scambio.
Mercati Agorà: mercato strutturato per beni, schiavi, artigianato e servizi. Possibili aste e contratti. Foro: principalmente centro politico e sociale. Scambi informali, locali, per lo più in natura o mediante metalli a peso.
Contabilità / Sistemi di scambio Esistevano metodi contabili primitivi: pesatura delle monete, prezzi standardizzati, contratti e anche prime forme di credito. Nessun sistema simbolico di scambio formalizzato. Il valore era determinato caso per caso (peso/qualità del bronzo), senza contratti con garanzie o strumenti promissori.
Integrazione economica Commercio su scala mediterranea, colonie e traffici inter-polis. Prezzi in parte standardizzati. Commercio locale e regionale (Latini, Etruschi), prevalentemente agricolo e di sussistenza. Roma non ancora integrata nelle reti commerciali più ampie.


Periodo di Servio Tullio

Principali caratteristiche politiche

Sesto re di Roma, tradizionalmente accreditato di importanti riforme costituzionali e sociali.

Primo re romano di nascita incerta o libera (secondo la leggenda, figlio di una schiava), circostanza che influenzò le sue politiche a favore dei ceti popolari.

L’autorità rimase monarchica, ma le sue riforme posero le basi delle future istituzioni repubblicane.

Istituzioni del periodo

Il Censimento:
- Introdusse il primo censimento sistematico della popolazione e della proprietà, dividendo i cittadini in classi in base alla ricchezza e alla capacità militare.

Assemblea centuriata (Comitia Centuriata):
- Creata come nuovo organo politico organizzato per centurie (unità militari), sostituì le divisioni familiari o claniche con una struttura basata sulle classi economiche.

Senato:
- Continuò a esistere come organo consultivo patrizio, ma la sua egemonia cominciò a essere controbilanciata dalle nuove assemblee.

Gestione della polis

Espanse il territorio urbano di Roma, includendo la fortificazione della cosiddetta Mura Serviana (tradizionalmente a lui attribuita).

Organizzò la popolazione in tribù basate sul luogo di residenza, rafforzando i legami tra la crescente popolazione romana e l’identità civica.

Regolamentò tassazione e servizio militare secondo le categorie censuarie, garantendo una distribuzione più equa dei doveri.

Democrazia, o no?

Rimaneva una monarchia — Servio conservava il supremo imperium.

Tuttavia, le assemblee basate sulla ricchezza introdussero un elemento proto-democratico, in cui il potere di voto corrispondeva al contributo economico.

Primo spostamento istituzionale dall’esclusivo controllo aristocratico.

Struttura sociale e diritti degli strati

Patrizi:
- Mantennero lo status d’élite, ma il loro predominio esclusivo fu indebolito dalle riforme basate sul censimento.

Plebei:
- Ottennero un nuovo riconoscimento come blocchi di voto organizzati all’interno dell’Assemblea centuriata.

Clienti:
- Continuarono a dipendere dai patroni patrizi, ma con ruoli civici più strutturati.

Schiavi / Prigionieri di guerra:
- In aumento numerico, ma privi di diritti; la leggendaria origine di Servio contribuì a sfumare, nei racconti, i confini tra nascita e status.

  • Riforme di Servio Tullio (ca. 578–535 a.C.)
    1. Riforme politiche

    2. Censimento:
      - Prima registrazione sistematica dei cittadini in base a ricchezza, proprietà e capacità militare.

      Sistema di classi:
      - Creò cinque classi basate sul patrimonio + i capite censi (“contati per testa”, i più poveri privi di beni).

      Assemblea centuriata (Comitia Centuriata):
      - Il voto fu legato alle centurie (unità militari/economiche) invece che ai clan o alle curie → attenuazione del monopolio patrizio.

      Organizzazione tribale:
      - Istituì quattro tribù urbane (poi ampliate) basate sulla residenza, integrando i nuovi arrivati nella struttura civica.

    3. Riforme sociali

    4. - Ampliò la partecipazione dei plebei alle assemblee (pur restando ponderata per ricchezza).

      - Conferì ai non patrizi una più chiara identità civica all’interno di Roma.

      - Rafforzò il sistema cliente-patrono attraverso obblighi strutturati.

    5. Riforme economiche

    6. - Introdusse una tassazione proporzionale alla ricchezza (basata sul censimento).

      - Stabilì che l’equipaggiamento militare fosse fornito da ciascun cittadino in base alla classe di appartenenza.

      - Formalizzò la valutazione di terre e proprietà per redistribuzione, tributi e opere statali.

      - È a lui attribuita la costruzione delle Mura Serviane e del primo tempio in pietra dedicato a Diana sull’Aventino (segno di centralizzazione religiosa e di un ruolo proto-federale).

Anco Marzio vs. Servio Tullio

Aspetto Anco Marzio (640–616 a.C.) Servio Tullio (578–534 a.C.)
Base economica Prevalentemente agricola; agricoltura e allevamento. Produzione di surplus limitata. Ancora agricola, ma con tassazione strutturata e allocazione delle risorse basata sul censimento. Primo vero tentativo di quantificare l’economia.
Infrastrutture per il commercio Costruì il primo ponte sul Tevere (Pons Sublicius) e fondò Ostia (primo porto di Roma). Permise il commercio del sale e la navigazione fluviale. Espanse i confini della città e le strutture urbane. Spazio di mercato ipotizzato ma non attestato archeologicamente. Le Mura Serviane garantirono sicurezza ai traffici.
Sistema monetario Nessuna evidenza di monete o denaro; predominavano baratto e redistribuzione. Ancora pre-monetario, ma il censimento potrebbe aver usato valutazioni approssimative (terre, bestiame, metalli). Nessuna monetazione a Roma; le prime monete romane sono successive (circa IV secolo a.C.).
Tassazione Non sistematica. Entrate principalmente da conquiste, tributi e terre statali. Introdusse il censimento → tassazione strutturata per classe patrimoniale. Mirava a un contributo proporzionale all’esercito e allo Stato.
Struttura dei mercati Nessun mercato formale, solo proto-scambi nei villaggi o presso i santuari. Indicata una prima organizzazione dello spazio economico (area del Foro Boario). Nessuna asta o istituzione di mercato strutturata attestata.
Commercio esterno Commercio del sale a Ostia, traffici fluviali lungo il Tevere. Alcuni contatti con il Lazio e l’Etruria. Connessioni più ampie tramite l’influenza etrusca. Importazioni di ceramiche e beni di lusso indicano legami commerciali con il Mediterraneo.
Commercio di schiavi I prigionieri di guerra venivano probabilmente assorbiti nelle famiglie. Nessuna evidenza di mercati degli schiavi strutturati. Stesso modello: i prigionieri utilizzati come manodopera domestica o agricola. Nessun mercato aperto attestato.
Cavalli e beni militari I cavalli facevano parte della ricchezza aristocratica (per la cavalleria). Nessuno scambio di mercato registrato. I cavalli furono classificati nel censimento (equites), mostrando un primo ruolo istituzionale nell’economia.
Navigazione e imbarcazioni Ostia = centro di esportazione del sale, navigazione primitiva. Nessun commercio navale indipendente, ma domanda urbana più strutturata (costruzioni, beni).
Evidenze archeologiche Resti di Ostia, tracce del ponte sul Tevere, indizi di produzione del sale. Ceramiche importate, fondazioni delle Mura Serviane, sepolture con beni importati (connessioni etrusche e greche).


Tarquinius Superbus (534–509 a.C.)

Panoramica economica

Monetario

Roma era ancora priva di monete: la coniazione inizia solo con la prima Repubblica (circa IV secolo a.C.).

I pagamenti e le valutazioni avvenivano probabilmente tramite lingotti di bronzo (aes rude), bestiame o pezzi di metallo a peso.

La ricchezza era misurata in terre, bestiame e beni mobili.

Tassazione

Tributi e prelievi imposti pesantemente, soprattutto alle comunità latine e volsci conquistate.

Tradizione archeologica e letteraria:

- lavoro forzato e corvée (ad esempio per il tempio di Giove Ottimo Massimo).

La struttura censuaria di Servio Tullio probabilmente si indebolì; sostituita dalle esazioni autocratiche del re.

Struttura del mercato

Esisteva una certa attività mercantile nel Foro Boario e nel Foro Romano (uso attestato archeologicamente come spazi comunitari).

Ancora nessuna asta strutturata o istituzioni commerciali regolamentate.

Il commercio rimaneva informale, basato sul baratto e soggetto alla redistribuzione sotto controllo reale.

Commercio di schiavi

Le fonti menzionano un ampio uso di manodopera forzata, soprattutto per le costruzioni monumentali.

I prigionieri di guerra fornivano forza lavoro domestica e agricola.

Nessuna evidenza di mercati degli schiavi indipendenti a Roma; la redistribuzione era probabilmente gestita direttamente dall’autorità reale.

Cavalli

I cavalli erano associati alla classe degli equites e alla cavalleria militare.

Nessuna evidenza di mercati equini aperti, ma il possesso dei cavalli da parte dell’aristocrazia era legato al servizio militare.

Navigazione e imbarcazioni

L’accesso di Roma a Ostia (fondata in precedenza da Anco Marzio) rimase cruciale.

Probabile uso del trasporto fluviale per legname, pietra e grano.

Nessuna flotta mercantile romana indipendente; le importazioni provenivano da commercianti etruschi o greci.

Esportazioni–Importazioni

Importazioni:

- beni di lusso

- ceramica greca

- bronzi etruschi

- probabilmente vino e olio.

Esportazioni:

- sale (da Ostia)

- legname

- eccedenze agricole.

Le evidenze indicano crescenti connessioni con il Mediterraneo, soprattutto tramite l’Etruria e la Campania.

Evidenze archeologiche

Tempio di Giove Ottimo Massimo (Campidoglio):

- edificio monumentale costruito con artigiani e materiali stranieri → prova di grande mobilitazione di risorse.

Cloaca Maxima (drenaggio della valle del Foro):

- grande opera pubblica

- realizzata con manodopera forzata.

Ceramiche e oggetti di lusso importati rinvenuti a Roma mostrano contatti con le reti commerciali greche ed etrusche.

Riforme e politiche di Tarquinio il Superbo

Riforme sociali (o piuttosto, distorsioni)

Governo autoritario:

- Tarquinio governò come un tiranno, senza consultare il Senato. Limitò l’autorità senatoria, giustiziando o esiliando i membri che gli si opponevano.

Tensione tra le classi:

- Gravi lavori forzati furono imposti ai plebei attraverso i progetti statali (ad esempio, il Tempio di Giove Ottimo Massimo). Ciò ampliò il divario tra aristocrazia e classi popolari.

Patronato e paura:

- Mantenne il potere non tramite consenso, ma mediante intimidazione e alleanze matrimoniali strategiche, in particolare il matrimonio con Tullia, che gli assicurò l’ascesa al trono attraverso la violenza.

Riforme militari

Campagne di espansione:

Tarquinio condusse guerre aggressive contro le città latine confinanti e i Volsci.

Forte dipendenza dal bottino e dai tributi:

- I territori conquistati furono pesantemente tassati; risorse e prigionieri furono portati a Roma.

Alleanze:

- Rafforzò la presenza politico-militare di Roma assicurando trattati, incluso quello con Gabii (dove Sesto Tarquinio si infiltrò e tradì la città).

Intrattenimento / Opere pubbliche

Il Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio:

- Un progetto monumentale che simboleggiava la crescente potenza di Roma.

La Cloaca Maxima:

- Completamento della grande rete fognaria di Roma, che drenò le paludi e rese edificabili le aree urbane (in particolare il Foro Romano).

Giochi e festività:

- Estese i giochi pubblici (precursori dei ludi) per guadagnare il favore popolare, sebbene restassero rigidamente controllati dalla monarchia.

Approccio repubblicano (se mai esistito)

Praticamente nessuno. Tarquinio rappresentò la monarchia nella sua forma più autocratica.

Il suo disprezzo per il Senato e l’accentramento del potere provocarono il malcontento che portò alla transizione verso la Repubblica.

L’episodio dello stupro di Lucrezia da parte di Sesto Tarquinio divenne la giustificazione morale per la fine della monarchia, dando origine agli ideali repubblicani di potere condiviso e rifiuto della regalità.


Come il nostro stimato Lettore avrà notato, abbiamo ripercorso brevemente il primo periodo dell’Antica Roma, quello dei Sette Re. Nella nostra analisi, purtroppo, non siamo riusciti a individuare alcun accenno a strumenti di mercato stabili e consolidati, come strumenti finanziari (che in quel tempo erano già ben sviluppati nelle poleis greche, insieme a solide tradizioni commerciali del corrispondente periodo della Grecia antica). Pertanto, le aste come strumento di circolazione delle merci sul “mare del mercato” non sono ancora state rilevate in questo articolo.

Ma abbiamo compiuto un ottimo lavoro: l’evoluzione è stata delineata, mostrando le tendenze verso una crescente complessità delle interazioni sociali nella società romana. Vi invitiamo dunque a seguirci nel prossimo periodo romano. Questa volta vi promettiamo che il tema delle Aste come Strumenti di Mercato dell’Antica Roma verrà sicuramente trattato. Affrettatevi…

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