La fase iniziale dell’Antica Roma
Qui presentiamo alcuni punti della predisposizione degli autori
L’argomento principale che tratteremo sono le aste nel contesto storico.
Perché abbiamo scelto questo approccio? Per evitare l’errore comune della 'modernizzazione dei fenomeni storici'.
L’obiettivo dell’articolo è immergere i nostri stimati lettori nel contesto storico classico e analizzare le aste come atti di attività sociale, da una prospettiva storica.
Passo dopo passo, seguirete ciascuna delle fasi dello sviluppo della Roma classica, tracciandone l’evoluzione, il che potrà essere molto utile per comprendere le modifiche nelle relazioni sociali e, di conseguenza, per comprendere più chiaramente la struttura e la concezione moderne delle aste come strumento di commercio.
Definizione di Cenate
Con l’obiettivo di scoprire chi fossero gli antichi Romani e cosa fosse l’Antica Roma come metropoli, vi proponiamo un breve viaggio ai tempi delle origini...
Cenate:
Cenate nel seguente contesto: consiglio arcaico, leggendario, semi-mitico (proto-Senato).
Senato:
Senato nel seguente contesto: organo successivamente istituzionalizzato, attestato storicamente.
Romolo e Roma
Qui delineiamo il periodo di Romolo, come passo preliminare prima della panoramica principale. Il lettore dovrebbe notare che questa sezione apparirà due volte nell’articolo, ma con un contesto leggermente modificato.
Nonostante un personaggio come Romolo, menzionato in alcune fonti, sia considerato leggendario, le leggende hanno comunque un posto nella nostra vita...
«Romolo e Remo, figli di Rea Silvia e Marte, furono abbandonati presso il fiume Tevere, salvati da una lupa e allevati da un pastore. Una volta cresciuti, decisero di fondare una città. Romolo, dopo una disputa con Remo sul luogo e sugli auspici, uccise il fratello e diede alla città il proprio nome, Roma.»
Livio – *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitolo 6 (ca. 27–9 a.C.)«Romolo e Remo, figli di Rea Silvia, furono abbandonati presso il Tevere, allattati da una lupa e allevati da Faustolo il pastore. Da adulti decisero di fondare una città. Romolo, avendo scelto il Colle Palatino, uccise Remo dopo che questi aveva scavalcato le mura e divenne sovrano unico, dando alla città il nome di Roma.»
Dionigi di Alicarnasso – *Antichità Romane*, Libro I, 7–8 (ca. 30–7 a.C.)«Romolo e Remo, figli di Marte, furono lasciati morire presso il fiume, salvati da una lupa e poi allevati da Faustolo. Quando crebbero, decisero di fondare una città. Nacquero dispute sul colle da occupare; Remo schernì le mura di Romolo e fu ucciso. Romolo divenne così il primo re di Roma.»
Plutarco – *Vita di Romolo*, Capitoli 2–3 (46–120 d.C.)
Le fonti che stiamo esaminando sono considerate non del tutto affidabili per una semplice ragione: tutte furono scritte molto tempo dopo gli eventi che descrivono. E anche se mettiamo da parte l’approccio stilistico tipico di quei tempi, l’epoca della fondazione della città, così come le circostanze descritte sopra, possono essere accettate solo con riserve, se tali testimonianze non coincidono con i dati archeologici — e, fortunatamente per noi, coincidono! Eliminando l’opulenza e le decorazioni dei testi, otteniamo dati che possono essere sottoposti ad analisi e confronto dei fatti.
Dunque, raccogliamo i fatti sulla fondazione della città di Roma
I testimoni letterari antichi (Livio, Dionigi, Plutarco, Ovidio, ecc.) scrissero secoli dopo gli eventi; l’archeologia, invece, fornisce date fisiche dirette. Di seguito presenterò alcune citazioni dei testi antichi (con le loro localizzazioni traduttive) e sintesi archeologiche moderne (rapporti di scavo accanto a ciascun fatto).
Testimonianza antica (il fatto come lo registrarono):
Livio fornisce il racconto tradizionale della fondazione e utilizza la cronologia convenzionale della fondazione (la tradizione del calendario romano colloca la fondazione di Romolo nel 753 a.C.).
L’intera durata del governo regale, a partire dalla fondazione della città…
(Livio, Ab Urbe Condita, Libro I)Le evidenze materiali mostrano attività di urbanizzazione sul Palatino e nell’area del Foro nell’VIII secolo a.C., coerenti con una fondazione proto-urbana a metà del I millennio a.C. Ceramiche, resti di capanne e depositi rituali datano al IX–VIII secolo a.C., sostenendo l’emergere di un insediamento nucleato in quel periodo (sintesi archeologiche e scavi sul Palatino).
Localizzazione: il Colle Palatino (e le pianure adiacenti, il Foro) come nucleo originario
Testimonianza antica:
Archeologia:
Gli scavi sul Palatino rivelano capanne dell’età del ferro, buche di palo e una linea muraria precoce (talvolta chiamata da alcuni studiosi 'recinto palatino' o 'murus Romuli') datata all’VIII secolo a.C. Le prime sepolture nella futura valle del Foro cessano nel tardo IX secolo a.C. e l’area viene convertita a uso pubblico (o rituale) nell’VIII secolo a.C. Questi dati collocano le prime attività insediative e rituali (urbane) sul Palatino e nelle valli adiacenti nell’VIII secolo.
La leggenda dei 'gemelli' (così come della 'lupa') della fondazione (Romolo e Remo)
Citazioni antiche: (formulazione classica della leggenda)
Prima fortificazione | Muro del Palatino (talvolta collegato a “Romolo”)
Testimonianza antica:
Archeologia:
«Romolo tracciò i confini della città e, dopo aver costruito le mura, fortificò il Colle Palatino, collocando posti di guardia lungo il perimetro e organizzando il popolo per la sua difesa.»
Livio — *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitoli 4–6 (ca. 27–9 a.C.)«Romolo, dopo aver fondato la città, la circondò di mura e assegnò ai cittadini la difesa di ciascuna parte, disponendo posti di guardia e fortificando gli accessi al Palatino. In tal modo, la città fu resa sicura e i cittadini furono disciplinati tanto in guerra quanto in pace.»
Dionigi di Alicarnasso — *Antichità Romane*, Libro I, Sezioni 10–14 (ca. 30–7 a.C.)«Così Romolo, circondando la città con un muro e assegnando a ciascun uomo il proprio posto nella difesa, pose le fondamenta di Roma e del Senato.»
Livio, Libro I, cap. 6«Egli costruì terrapieni intorno al sito prescelto, fissò i confini e assegnò appezzamenti a ciascun colono, affinché la difesa e le abitazioni fossero organizzate in modo sistematico.»
Dionigi, I.11–12
Prima architettura domestica: capanne (Casa di Romolo)
Archeologia:
Testimonianza antica:
«Il sito della capanna di Romolo fu conservato, e la sua semplicità mantenuta dalla tradizione; in seguito, i pontefici la custodirono come luogo sacro, memoria delle umili origini della città.»
«Questa capanna, che Romolo costruì con le proprie mani sul Palatino, fu conservata dai Romani anche dopo la costruzione di case e edifici pubblici più grandi, come simbolo dell’origine della città.»
Livio — *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitolo 6 (ca. 27–9 a.C.)«La casa di Romolo sul Palatino era piccola e semplice, costruita con mattoni crudi e tetto di paglia. In epoche successive, i Romani la conservarono con cura e i pontefici la mantennero, mantenendo viva la memoria del fondatore della città.»
Dionigi di Alicarnasso — *Antichità Romane*, Libro I, Sezione 14 (ca. 30–7 a.C.)«Romolo costruì una capanna con materiali umili sul Colle Palatino, e anche dopo l’espansione della città, la capanna fu conservata come reliquia sacra. Essa era curata dai sacerdoti, che la mostravano a coloro che desideravano vedere la dimora del fondatore.»
Plutarco — *Vita di Romolo*, Capitolo 9 (46–120 d.C.)
Primi siti rituali nel Foro o Comitium... (Vulcanal, Lapis Niger, Regia)
Archeologia:
«Romolo, fissati i confini della città, riservò un luogo sacro sul pendio del Campidoglio, il Vulcanal, per il culto di Vulcano, e decretò che l’assemblea si riunisse lì in tempi di emergenza.»
«Il Comitium, luogo di riunione per il popolo, fu istituito vicino al Foro, affinché i cittadini potessero radunarsi per le elezioni e le deliberazioni, e assistere allo svolgimento dei riti sacri.»
«Romolo o Numa assegnarono una casa al pontefice massimo, chiamata la Regia, da cui veniva amministrata la religione della città.»
Livio — *Ab Urbe Condita*, Libro I, Capitoli 6–7 (ca. 27–9 a.C.)«Romolo consacrò un santuario a Vulcano sul pendio del colle, chiamandolo Vulcanal, e decretò che lì si compissero sacrifici pubblici in tempo di guerra o pestilenza.»
«Vicino al Foro fu riservato uno spazio per l’assemblea dei cittadini, il Comitium, dove gli anziani si riunivano e si trattavano questioni legali e religiose.»
«Vicino al Foro fu riservato uno spazio per l’assemblea dei cittadini, il Comitium, dove gli anziani si riunivano e si trattavano questioni legali e religiose.»
«La Regia, casa del re, divenne la sede del pontefice massimo. Qui si conservavano le leggi dei sacrifici e dei riti sacri, e i primi re amministravano gli affari religiosi della città.»
Dionigi di Alicarnasso — *Antichità Romane*, Libro I, Sezioni 12–14 (ca. 30–7 a.C.)«Romolo riservò il Vulcanal, un luogo sacro per il culto di Vulcano; fondò anche il Comitium, dove il popolo poteva riunirsi, e la Regia, dove i sacerdoti compivano i riti sacri e conservavano la memoria dei doveri religiosi della città.»
Plutarco — *Vita di Romolo*, Capitolo 9 (46–120 d.C.)
| Santuario | Funzione | Attribuzione | Fonte |
|---|---|---|---|
| Vulcanal | Altare/santuario dedicato a Vulcano; luogo per sacrifici pubblici | Romolo | Livio I.6; Dionigi I.12; Plutarco cap. 9 |
| Comitium | Luogo di assemblea dei cittadini; deliberazioni ed elezioni | Romolo / primi re | Livio I.7; Dionigi I.13; Plutarco cap. 9 |
| Regia | Casa del re; sede del Pontefice Massimo; amministrazione religiosa | Romolo / Numa | Livio I.7; Dionigi I.14; Plutarco cap. 9 |
Istituzione politica: il Senato (attribuito a Romolo secondo la tradizione)
Non esiste alcuna 'prova epigrafica decisiva' che menzioni Romolo, ma l’archeologia mostra un primo insediamento nucleato e una stratificazione sociale già tra l’VIII e il VII secolo a.C.
I dati materiali (abitazioni più grandi, depositi speciali, tombe d’élite nei pressi del Palatino/Foro) indicano l’esistenza di un’élite emergente che avrebbe potuto formare un consiglio di anziani — coerente con il ruolo storico originario del Senato (tramandato dalle fonti testuali), sebbene i dettagli istituzionali siano ricostruzioni letterarie.
Testimonianza antica:
«Romolo... istituì il Senato composto da cento uomini, chiamati patres, dai quali deriva il nome dell’ordine patrizio.»
Livio, *Ab Urbe Condita*, Libro I
La Roma arcaica (cioè il periodo monarchico e la prima Repubblica, VIII–IV secolo a.C.) e le poleis greche (circa VIII–IV secolo a.C.) intrattenevano forme di comunicazione, ma non erano “istantanee” nel senso moderno.
Occorre sottolineare che la comunicazione ebbe luogo per diverse ragioni e in differenti stagioni storiche.
L’impatto culturale sulla Roma classica nel suo processo evolutivo si manifestò in ambiti specifici (religione, arte e idee politiche).
Purtroppo non possediamo un ampio elenco di testimonianze archeologiche dirette relative al periodo romano arcaico. L’indiscutibile influenza della Grecia antica sulla struttura politica, sul disegno istituzionale e sulla cultura di Roma può essere dedotta solo da pochi documenti esistenti, per lo più databili al periodo repubblicano.
Cicerone ci ha lasciato la sua opinione su come la Grecia abbia influenzato la tradizione romana...
Anche tenendo conto delle avvertenze ampiamente utilizzate nei manuali di logica classica, che ci segnalano l’errore comune noto come ‘appello all’autorità’ (o *argumentum ad verecundiam*), è impossibile ignorare le riflessioni di Cicerone, basate sulla mancanza di prove archeologiche e reperti provenienti da scavi dell’antichità.
Tuttavia, l’affermazione deve essere accompagnata da alcune considerazioni:
Cicerone scrisse secoli dopo la fondazione della Roma arcaica, quindi la sua prospettiva non è diretta.
Egli aveva i propri pregiudizi — politici, retorici e culturali — che possono influire sull’affidabilità delle sue testimonianze.
A nostra difesa, nell’affermare che il periodo storico oggetto della nostra analisi presenta una scarsità di reperti archeologici, dobbiamo mettere sul tavolo una nota: tale affermazione rappresenta una posizione non autorevole del nostro stesso autoriale punto di vista.
Latino: “Omnes artes quae ad humanitatem pertinent habent quoddam commune vinculum et quasi cognatione quadam inter se continentur.”
Italiano: Tutte le discipline che riguardano l’umanità sono legate da un vincolo comune, come da una sorta di parentela naturale.
Tusculanae Disputationes, II.5; Cicerone afferma apertamente che la cultura di Roma è costruita su fondamenta greche.Latino: “Philosophia inventrix legum, dux virtutis, expultrix vitiorum; sed omnium inventrix Graecia.”
Italiano: “La filosofia è l’inventrice delle leggi, la guida della virtù, la scacciatrice dei vizi; e tuttavia, l’inventrice di tutto ciò fu la Grecia.”
De Finibus, III.3; Egli riconosce che la filosofia — il cuore della vita intellettuale romana — nacque in Grecia.Latino: “Non enim parva res neque tenuis, sed magna et ampla quaedam res et ad bene beateque vivendum aptissima a Graecis ad nos deducta est.”
Italiano: “Infatti non si tratta di una cosa piccola o insignificante, ma di un’impresa grande e nobile, la più adatta per vivere bene e felicemente, che ci è stata tramandata dai Greci.”
De Oratore, I.14; Egli afferma che la retorica e la filosofia, elementi vitali per Roma, provengono dalla Grecia.Latino: “Testes Graecos—quamquam etiam sine hoc genere testium satis firmam causam habet Flaccus—sed tamen quid est quod hoc loco dici possit? Levitas Graecorum, fallacitas, mendacium.”
Italiano: “Testimoni greci — sebbene anche senza questo genere di testimoni la causa di Flacco sia abbastanza solida — eppure, cosa si può dire qui? La leggerezza dei Greci, la loro falsità, la loro menzogna.”
Pro Flacco, 28.67; Pur ammirando la cultura greca, Cicerone ironizza sui Greci nei contesti legali, considerandoli testimoni inaffidabili.
Romolo, il Primo Re di Roma
Numa Pompilio, Secondo Re di Roma
Tullio Ostilio, Terzo Re di Roma
Anco Marzio, Quarto Re di Roma
Il Re Romano Tarquinio Prisco
Tarquinio il Superbo, Ultimo Re di Roma