Il vecchio Nilo, ovvero l’Egitto e le sue misure
Così come ogni forma di vita dipende dall’acqua, anche le civiltà basate sull’agricoltura dipendevano in modo vitale dall’irrigazione. E il fiume, a sua volta, come una madre amorevole pronta a donare tutto, offriva all’umanità le sue sponde, dove gli uomini stabilivano campi e fattorie. L’acqua che utilizziamo a fini di bonifica e la sua innumerevole fauna vengono da noi consumate senza vergogna, senza mai dire grazie. Com’era allora, così è oggi...
Il principale argomento di conversazione all’inizio del XX secolo tra gli europei era...?
In questo capitolo cerchiamo di scoprire il contesto culturale principale della civiltà dell’Antico Egitto, e l’unico scopo di questa narrazione è immergere il lettore nel mondo di quella cultura. Solo in questo modo potremo elencare le unità di misura applicabili e seguirne l’evoluzione nelle altre culture...
Insediamenti e gruppi abitativi sulle rive del Nilo, ovvero prima dell’epoca dei regni d’Egitto
I Proto-egiziani
Purtroppo non abbiamo prove chiare riguardo ai siti proto-egiziani, e ciò è ragionevolmente dovuto agli strati culturali successivi, che in gran parte cancellarono o si sovrapposero agli eventuali reperti che avrebbero potuto rivelare di più su questi gruppi.
Tuttavia, seguendo la logica dell’evoluzione di altre culture simili, possiamo affermare con sicurezza che essi esistettero. Per non essere considerati autori sospetti, segnaliamo che tutto il contesto successivo di questa sezione costituisce una narrazione non comprovata, ideata dagli autori esclusivamente a fini esplicativi e destinata a illustrare al lettore il nostro approccio nella costruzione di ipotesi nei casi in cui la ricerca scientifica soffre di una carenza di dati.
I primi egiziani vivevano lungo la valle del Nilo, dal Delta all’Alto Egitto. I villaggi erano piccoli (da poche centinaia a qualche migliaio di persone), con case in mattoni crudi disposte a gruppi. L’economia si basava sull’agricoltura irrigua (grano, orzo, lino), integrata da pesca, caccia e allevamento. Alcune comunità mostrano segni di specializzazione, ad esempio necropoli predinastiche con corredi funerari di alto rango.
La stratificazione nei primi insediamenti, come fenomeno naturale nelle comunità umane, si manifestò già allora, e si rifletteva nella diversità dei beni, nei consumi familiari quotidiani e nella ricchezza delle tombe con oggetti rituali. Per quanto riguarda cosmetici o ornamenti, è appena ipotizzabile che esistessero, poiché di norma essi erano più legati ad attributi rituali che all’uso personale.
The Oxford History Of Ancient Egypt (Sfortunatamente, quest’opera completa non è liberamente accessibile, ma se desiderate approfondire l’argomento, vi raccomandiamo vivamente questa pubblicazione)Città, insediamenti e formazione dello Stato, breve panoramica...
Città e insediamenti
Hierakonpolis (Nekhen): Uno dei più grandi centri predinastici, con funzioni religiose e amministrative, templi antichi e tombe di élite.
Abydos: Necropoli e centro rituale con prove di commercio a lunga distanza e sepolture centralizzate.
Naqada: Centri regionali con officine di ceramica e cimiteri che mostrano una chiara gerarchia sociale.
Gli insediamenti erano spesso raggruppati lungo i rami del Nilo, riflettendo il controllo dell’acqua e della terra come risorse fondamentali.
I periodi predinastico e protodinastico (Britannica, ottima sintesi approfondita del periodo, consigliata per chi desidera un’analisi più completa)Ebbene, ci si dice: non è necessario sollecitarci. È giunto il tempo della formazione dello Stato predinastico e dell’evoluzione politica!
Intorno al 3100 a.C., l’Alto e il Basso Egitto mostrano segni di unificazione sotto un unico sovrano (tradizionalmente Narmer/Menete). Le condizioni generali, storicamente considerate necessarie, erano tutte presenti: il bisogno di controllare le reti di irrigazione, difendersi dai raid e dalle incursioni nomadi, integrare economicamente il territorio (commercio, tributi) e concentrare l’autorità religiosa in un’unica figura (la regalità e i templi come centri amministrativi).
Diversi siti archeologici testimoniano l’evoluzione verso lo Stato: la Tavoletta di Narmer (simbolo rituale di unificazione), le fortificazioni di Hierakonpolis e di Tell el-Farkha, le tombe d’élite con corredi standardizzati e le prime forme di scrittura (etichette, targhette) indicative di una gestione amministrativa.
Egitto: il momento ideale per tracciare lo sviluppo dello Stato
Contesto
La cultura badariana (ca. 5500–4000 a.C.), localizzata nell’Alto Egitto centrale, attorno a Badari (area di Asyut), rappresenta una delle prime forme di vita agricola stabile. È caratterizzata da villaggi agricoli semplici, una specializzazione artigianale ancora elementare e i primi utilizzi del rame, senza tracce di una vera organizzazione politica.
Questo periodo costituisce la base culturale ed economica su cui si svilupperanno le successive società dell’Alto Egitto.
Periodo di transizione
Il periodo Naqada I (amratiano), sviluppatosi nell’Alto Egitto (Naqada, Hierakonpolis, Abydos), mostra una crescente complessità sociale, un commercio a lunga distanza con Nubia, Mar Rosso e Levante, e la tipica ceramica rossa con bordo nero. Emergono forme locali di autorità — vere e proprie comunità autonome — che interagiscono strettamente fra loro.
Nel Basso Egitto, la cultura Maadi–Buto si estendeva nel delta del Nilo, attorno a Maadi, Buto ed Eliopoli. L’attività commerciale era intensa, soprattutto con il Levante meridionale (come dimostrano le ceramiche cananee). Gli insediamenti erano villaggi di piccole dimensioni, con una produzione artigianale più modesta rispetto ai centri di Naqada.
Consolidamento politico (ca. 3500–3200 a.C.)
La formazione dell’autorità centrale fu un processo naturale dell’evoluzione sociale. Tra il 3500 e il 3200 a.C., gli insediamenti dell’Alto Egitto si espansero verso nord. Gli scavi rivelano necropoli d’élite (Hierakonpolis HK6, Abydos U), centri fortificati, edifici proto-palaziali e l’influsso di motivi mesopotamici (facciate decorate, barche, scene cerimoniali).
Diverse entità proto-statali ebbero un ruolo decisivo nella futura unificazione. Abydos/Thinis — probabile centro reale —, Naqada — centro religioso e culturale —, Hierakonpolis (Nekhen) — capitale rituale e politica del sud — e Nubt (Ombos) — un centro minore vicino a Naqada. Ciascuno esercitava il controllo sui villaggi circostanti attraverso legami di parentela e tributi. Le rappresentazioni simboliche e belliche sulle palette testimoniano la crescente tendenza verso la centralizzazione del potere.
Il consolidamento politico definitivo avviene sotto Thinis/Abydos e Hierakonpolis. Emergono i simboli della regalità (Corona Bianca per l’Alto Egitto e Corona Rossa per il Basso Egitto), la scrittura proto-geroglifica (tomba U-j di Abydos, etichette e giare) e i sistemi di amministrazione dei beni. Tra i sovrani più noti di questa « Dinastia 0 » figurano Scorpione I–II, Ka e Iry-Hor. Le regioni settentrionali, come Buto e Maadi, mantennero un’autonomia parziale fino alla loro sottomissione alle forze del sud intorno al 3100 a.C.
Le misurazioni nell’Antico Egitto
In questa sezione esploriamo tutte le unità di misura egiziane, cercando di rintracciare la loro comparsa nelle cronache e le possibili relazioni con altre culture.
Unità di lunghezza
Gli Egiziani disponevano di un sistema di misurazione altamente sviluppato, ampiamente accettato e standardizzato. Era strettamente connesso alla struttura sociale e all’autorità istituzionale, riflettendo il controllo centralizzato di un unico sovrano che amministrava sia lo Stato sia i suoi strumenti burocratici. Qui di seguito troverai una tabella che elenca le unità di lunghezza con i loro equivalenti approssimativi in misure moderne. Successivamente forniremo ulteriori spiegazioni e alcuni fatti molto interessanti — quindi non cambiare sezione...!
| Unità | Egiziano / traslitterazione | In unità minori o relazione | Valore moderno approssimativo |
|---|---|---|---|
| Dito / larghezza di dito | ḏbꜥ (talvolta traslitterato dbʿ, «dito») | unità di base (1) | ~ 1,875 cm (cioè 0,01875 m) |
| Palmo | šsp (shesep) | 4 unità di base | ~ 7,5 cm (0,075 m) |
| Mano / ampiezza di mano | ḏrt (spesso «mano») | 5 unità di base | ~ 9,38 cm (0,0938 m) |
| Pugno | ḫfꜥ (o ꜣmm) | 6 unità di base | ~ 11,25 cm (0,1125 m) |
| Piccolo shat / shat nḏs | šꜣt nḏs | 3 palmi (12 unità di base) | ~ 22,5 cm (0,225 m) |
| Grande shat / mezza cubita | šꜣt ꜥꜣ (pḏ nḥs / pḏ nꜣs) | 3,5 palmi (o 14 unità di base) | ~ 26,2 cm (0,262 m) |
| Piede | ḏsr (spesso «piede» o «braccio piegato») | 4 palmi (16 unità di base) | ~ 30 cm (0,30 m) |
| Remen | rmn | 5 palmi (20 unità di base) | ~ 37,5 cm (0,375 m) |
| Cubito piccolo / corto (meh nḏs) | mḥ nḏs | 6 palmi (24 unità di base) | ~ 45 cm (0,45 m) |
| Cubito reale / sacro | mḥ (spesso mḥ nswt per «cubito reale») | 7 palmi (28 unità di base) | ~ 52,3 – 52,5 cm (0,523–0,525 m) |
| Senu (doppio cubito reale) | - | 14 palmi (56 unità di base) | ~ 105 cm (1,05 m) |
| Khet (asta) | ḫt | 100 cubiti | ~ 52,3 m (cioè 100 × cubito reale) |
| Cha-ta («lunghezza di campo») | - | ~ 10 khet (~ 1000 cubiti) | ~ 520 m (variabile secondo il periodo o la regione) |
| Iteru | - | 20 000 cubiti reali | ~ 10,5 km (10 500 m) |
Comparsa delle unità e principali applicazioni
Cubito reale (meh-nswt / mahe)
- - Antico Regno, ~2700 a.C. (Piramide a gradoni di Djoser)
- - Le misurazioni architettoniche mostrano l’uso del cubito reale (~52,3–52,5 cm), suddiviso in 7 palmi × 4 unità di base.
Palmi, dita (unità di base), falangi (« shesep », « djebâ », ecc.)
- - Periodo dinastico arcaico / Antico Regno (~inizio del III millennio a.C.)
- - I palmi = 4 dita, attestati su aste di misurazione e nei piani architettonici. La Pietra di Palermo registra l’altezza della piena del Nilo come « 6 cubiti e 1 palmo » durante il periodo dinastico arcaico.
Corde annodate / ha‘t (funicelle per la misurazione dei terreni)
- Medio Regno, o forse anche prima, ma chiaramente attestato nel Medio Regno (~2000–1800 a.C.)
- Usate per misurare i terreni, le distanze, ecc.
Seked (misura dell’inclinazione delle facce delle piramidi)
- Antico Regno, Grande Piramide (~2550 a.C.), come quella di Cheope.
- Il seked di circa 5 palmi e 2 dita è calcolato in base ai rilievi moderni delle facce della piramide.
Misura di grandi lunghezze / khet (100 cubiti, ecc.)
- Antico Regno, usato per la misurazione dei terreni e in architettura; aste, corde, ecc.
Confronto tra le unità egizie e quelle sumeriche
Cerchiamo di individuare una relazione tra le unità sumeriche ed egizie, ma, a dire il vero, questo non rappresenta un approccio scientificamente preciso o adottabile; pertanto, si dovrebbe considerare questo tentativo come un esperimento puramente esplorativo.
| Le dimensioni delle cubiti sono simili | - Cubito reale egiziano ~52,3–52,5 cm; cubito di Nippur sumerico ~51,8–52 cm. |
| - Queste somiglianze potrebbero riflettere sviluppi indipendenti basati sulle proporzioni del corpo umano piuttosto che un prestito diretto. La vicinanza geografica e i contatti commerciali potrebbero aver permesso un’influenza reciproca, ma le prove dirette (testuali o archeologiche) di un prestito sono scarse. | |
| Suddivisioni | - Entrambi i sistemi suddividono il cubito in unità più piccole (palmi, dita o equivalenti), mostrando strutture di divisione simili. |
| - Tuttavia, la struttura esatta differisce: ad esempio, il sistema egiziano prevede 7 palmi × 4 dita = 28 dita, mentre la verga sumerica contava 30 “dita” in alcune testimonianze. Le strutture sono quindi simili, ma non identiche. | |
| Uso di verghe / misure standard | - Entrambe le culture possedevano verghe o barre fisiche utilizzate come standard di lunghezza; ad esempio, la barra in lega di rame di Nippur e le verghe di cubito egiziane ritrovate nelle tombe (come quelle di Maya o Kha). |
| - Non ci sono prove che le verghe egiziane fossero copie di quelle mesopotamiche o viceversa; inoltre, materiali, calibrazione e contesto d’uso risultano differenti. | |
| Sovrapposizione cronologica | - Entrambi i sistemi sono attestati nel III millennio a.C.: gli standard sumerici intorno al 2650 a.C., il cubito reale egiziano durante l’Antico Regno (~2700 a.C.), ecc. |
| - La semplice sovrapposizione cronologica non dimostra una diffusione diretta: la distanza geografica e la natura delle comunicazioni sono elementi fondamentali. Non esiste alcun testo mesopotamico che affermi esplicitamente “abbiamo adottato il cubito egiziano” o viceversa. | |
| Commercio e interazione culturale | - Esistono prove di reti commerciali in tutto il Vicino Oriente che avrebbero potuto favorire la trasmissione di concetti di misura. Le tecnologie di pesatura mostrano schemi di diffusione simili: ad esempio, i sistemi di pesi dell’Età del Bronzo presentano unità affini in tutta l’Eurasia occidentale. |
| - Tuttavia, gli standard di misura precisi tendono a essere locali e resistenti a influenze esterne, salvo nei casi di dominio politico o economico. Molte unità di misura sembrano essersi sviluppate in modo convergente (basandosi su proporzioni corporee, corde, verghe, ecc.) piuttosto che attraverso un vero e proprio prestito. |
È ben documentato che sia gli Egizi sia i Sumeri utilizzavano unità basate sul cubito con lunghezze simili e facevano uso di verghe fisiche e misure standard già nel III millennio a.C. Il cubito reale egiziano e quello sumerico sono molto vicini per valore (≈52 cm contro ≈51,8 cm), il che suggerisce una base antropometrica comune (lunghezza del braccio, ecc.). Tuttavia, non esistono prove conclusive che uno dei due sistemi abbia preso l’altro come modello. Per altre unità (superficie, volume, peso) vi sono più indizi di uno sviluppo indipendente, ma anche di successive standardizzazioni influenzate dalle pratiche del Vicino Oriente antico. In alcuni casi, i sistemi di misura mostrano una diffusione di idee (uso di pesi, bilance, merci standardizzate, ecc.), ma le equivalenze e le calibrazioni precise sono più probabilmente locali o adattate, piuttosto che copie dirette.
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Questo capitolo è dedicato a due culture, Babilonia e Persia, e qui scopriremo perché...
Qui torniamo indietro, verso una cultura già trattata, ma da un’altra prospettiva...