Questo capitolo è dedicato a due culture, Babilonia e Persia — vediamo perché

La normalità e la regolarità non sono ciò che vi aspettate da noi, vero? Esatto — ma, per favore, rispettate l’ambiente: dalle tazze di caffè ai cestini, smaltiteli correttamente! (Ricordate, c’è stata una pausa caffè...)

Come è noto, entrambi i grandi Stati menzionati influenzarono profondamente il Regno d’Israele, ed è per questo che ora volgiamo la nostra attenzione verso di essi.

Le due culture più strettamente intrecciate con la vita successiva del Regno d’Israele (o di Giuda) ne plasmarono la politica, l’economia, la religione e persino la metrologia.

Qui cercheremo di offrire un’anteprima di come le loro influenze si siano sovrapposte al destino d’Israele — per poi approfondire le caratteristiche di ciascuna cultura, come sfondo determinante della loro metrologia (come amiamo fare).

🏰 Babilonia — Il Conquistatore e la sua Impronta Culturale

Il periodo che stiamo esplorando va approssimativamente dal 620 al 539 a.C., sotto figure ben note dai tempi della scuola — Nabucodonosor II e Nabonide (sconosciuti? consultate il link qui sotto per saperne di più: Nabucodonosor II, Nabonide — vedi altro).

La terra d’Israele fu conquistata sotto la guida di questi due potenti sovrani, accompagnata dalla brutalità babilonese, attraverso la distruzione di Gerusalemme (586 a.C.) e del Primo Tempio, e la deportazione dell’élite di Giuda. Questo evento non distrusse soltanto la statualità — standardizzò anche il sapere israelita attraverso i sistemi di scrittura e di misura babilonesi.

Alcune innovazioni furono inoltre imposte allo Stato israelita (o a ciò che ne restava). In questo periodo avvenne una standardizzazione amministrativa: la scrittura aramaica e le tavolette contabili babilonesi penetrarono nelle pratiche giudaiche; ‼️ unità di misura come lo shekel, la mina e il talento furono formalizzate secondo le strutture babilonesi basate sulla logica sessagesimale (in base 60).

Siamo certi che abbiate sentito dire che gli Israeliti utilizzano due sistemi calendariali — quello moderno (che tutti noi usiamo nella vita quotidiana) e il loro nazionale, più strettamente legato alla tradizione religiosa giudaica. In senso stretto, questo deriva dal sistema di calcolo del tempo lunisolare babilonese, che sostituì i calendari locali e modellò l’evoluzione del calendario ebraico.

🏰 Persia — L’Organizzatore e il Restauratore

- Il periodo di riferimento va approssimativamente dal 539 al 332 a.C. I sovrani del periodo achemenide di cui discutiamo includono: Ciro il Grande, Dario I, Artaserse I.

Impatto: la conquista può essere valutata come prevalentemente positiva per la popolazione locale, inclusa la sua stratificazione sociale (che, tra l’altro, fu restaurata). Il decreto di Ciro (539 a.C.) permise agli esiliati ebrei di tornare e ricostruire il Tempio — facendo della Persia la prima potenza “liberatrice”.

Sorprendentemente, si possono riscontrare alcuni effetti positivi sul piano dell’evoluzione sociale. Sotto il sistema satrapico achemenide, Giuda (come Yehud Medinata) divenne una provincia semi-autonoma — politicamente sottomessa, ma culturalmente rinata.

Naturalmente, la standardizzazione con il sistema metropolitano di misure era inevitabile sotto un potere centralizzato; di conseguenza, la Persia unificò pesi e misure — il darico, il siglos e il cubito reale — che furono successivamente assorbiti nei sistemi giudei post-esilici.

✏️ Non con certezza, ma con una cauta speculazione, possiamo supporre che il dualismo zoroastriano abbia influenzato in modo sottile gli sviluppi teologici ebraici successivi, in particolare l’escatologia (bene contro male, vita dopo la morte).

✏️ Questa combinazione di influenze ci conduce a conclusioni che non possiamo ignorare. Il mondo giudeo che emerse dopo l’esilio fu un ibrido: precisione babilonese nelle misure, nell’astronomia e nel commercio; ordine burocratico persiano nella governance e nella tassazione; resilienza teologica giudaica, trasformata ma non spezzata — una cultura che sopravvisse alla conquista grazie all’adattamento.

E questa descrizione arricchisce significativamente il capitolo sul Regno ebraico — e sì, non è tutto, il che significa: siete i benvenuti!

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